Sanità veneta, tagli da incubo: «Seicento milioni in tre anni»

Lacrime e sangue dalla “spending review” illustrata dal presidente del Consiglio Monti. L’assessore Coletto: «Puniti, ma non lo meritiamo». Puppato (Pd): la giunta è prevenuta
L' interno dell'ospedale Lotti di Pontedera fotografato questa mattina 19 dicembre 2011. Giornata di possibili disagi negli ospedali per l'adesione allo scipero del pubblico impiego di medici e infermieri: a rischio visite specialistiche, esami diagnostici e interventi chirurgici non urgenti, mentre saranno garantite le attività di Pronto soccorso, 118 e gli interventi urgenti. ANSA/STRINGER
L' interno dell'ospedale Lotti di Pontedera fotografato questa mattina 19 dicembre 2011. Giornata di possibili disagi negli ospedali per l'adesione allo scipero del pubblico impiego di medici e infermieri: a rischio visite specialistiche, esami diagnostici e interventi chirurgici non urgenti, mentre saranno garantite le attività di Pronto soccorso, 118 e gli interventi urgenti. ANSA/STRINGER

VENEZIA. Piovono pietre sul welfare, già falcidiato dal blocco di investimenti e dalla contrazione progressiva delle risorse. Per il sistema sanitario veneto la spending review (revisione di spesa) illustrata dal premier Monti alla conferenza delle Regioni, comporterà un taglio triennale complessivo «superiore ai 600 milioni». L’ha affermato il segretario generale della sanità Domenico Mantoan, interpellato in proposito dal governatore Luca Zaia durante il punto stampa a Palazzo Balbi.

Come si articolerà la riduzione di spesa? Secondo l’esecutivo occorre agire sul fronte della disparità dei costi, degli sprechi dettati da inefficienza amministrativa e del surplus di prebende riconosciute a consigli d’amministrazione e consulenti. Princìpi ampiamente condivisibili ma calati su una mappa sanitaria estremamente composita, dove standard virtuosi si alternano a esempi di malgoverno; gli uni e gli altri, però, accomunati dalla scure calata da Roma. Un esempio: il commissario anti-sprechi Enrico Bondi ha individuato nel contenimento del consumo di medicinali una fonte di potenziale risparmio; ma il Veneto, nel 2011, ha già ridotto di 150 milioni la spesa farmaceutica (da 769,61 a 698,01 milioni di euro, -9%), privilegiando i marchi generici equivalenti rispetto ai più costosi prodotti “griffati”, tanto da collocarsi al primo posto della classifica virtuosa. I margini per ulteriori limature, se esistono, sono ridottissimi, eppure il ministero della Salute praticherà al sistema un taglio negli stanziamenti pari a quello di altre regioni, dove l’abuso di farmaci è vistoso e documentato.

Così, il rischio di insostenibilità diventa concreto e il confronto tra amministratori locali e potere centrale si fa duro. «I tagli orizzontali andrebbero a punire una Regione, la nostra, che dovrebbe essere premiata per quanto ha fatto in questi due anni. Chi amministra in modo virtuoso andrebbe premiato e questo rappresenterebbe un incentivo al miglioramento anche per chi oggi ha i conti in rosso», commenta l’assessore alla sanità Luca Coletto. Mentre la Lega, con Federico Caner e Sandro Sandri, denuncia lo strapotere delle «lobby meridionali dello spreco» in Parlamento.

Zaia in trincea, allora. Ma incalzato, a sua volta, dall’opposizione. Diego Bottacin (Verso Nord) attacca: «Bisogna tagliare il numero delle Usl, unificare i laboratori di analisi e farli lavorare su due turni, accentrare le tesorerie sparse sui territori. La spesa pro capite in Veneto, 1668 euro all’anno, è contenuta ma include differenze enormi tra Usl: si va dai 1561 euro di Treviso ai 2147 di Venezia. Una sperequazione che non ci possiamo più permettere». Pungente Antonino Pipitone dell’Idv: «Il giochino del Monti cattivo che costringe lo Zaia buono a togliere sanità pubblica ai veneti è troppo banale per essere vero. Sono anni che il centrodestra mira a creare una sanità frettolosa, tanto basta far quadrare i conti e far pagare la gente, spinta a più non posso verso i privati».

La critica del Pd nelle parole del capogruppo Laura Puppato: «Zaia usa due pesi e due misure nei confronti del Governo Monti e di quello che l’ha preceduto. Nel giugno 2010 il Veneto ha accettato senza fiatare, un taglio di oltre 400 milioni voluto da Berlusconi, oggi invece il governatore rifiuta di andare a trattare. Riteniamo questa scelta sbagliata e non accettiamo la sistematica reattività negativa nei confronti di qualunque necessità l’attuale Governo evidenzi, con l’obiettivo di rendere la macchina pubblica meno esosa e sprecona». «Se Zaia si sottrae al confronto con il Governo per risparmiare i soldi del biglietto aereo vuol dire che pensa solo a farsi pubblicità», rincara il deputato Udc Antonio De Poli.

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