Saturimetri, sintomi, integratori: come si affronta il Covid-19

VENEZIA. Il Ministero della Salute ha diffuso le linee guida necessarie per monitorare e trattare al meglio i pazienti Covid-19 a domicilio, un documento di fondamentale importanza sia per i medici del territorio sia per i singoli cittadini.
Quali sono i farmaci anti Covid ritenuti più utili?
Al momento non esistono farmaci specifici in grado di bloccare l’infezione da Sars-CoV-2 né di prevenire o curare la polmonite. Tanti principi attivi sono stati considerati inizialmente promettenti e poi abbandonati per mancanza di conferme sul campo. La maggior parte non hanno mantenuto le promesse come spesso succede quando si presentano all’improvviso nuovi agenti patogeni e si cerca di servirsi delle terapie già note.
È utile tenere sotto controllo il respiro con un saturimetro?
Sì, il Consiglio superiore della Sanità caldeggia l’utilizzo regolare di questo strumento, utilissimo da usare assieme al termometro. Applicato molto semplicemente a un dito per qualche secondo, monitora la funzione respiratoria, misurando il livello di saturazione di ossigeno: i valori normali sono attorno al 96-98%. Per un’indicazione più fedele è utile misurare la saturazione a riposo e dopo aver camminato per sei minuti, tra le mura domestiche: è il cosiddetto walking test. Se dopo questa prova la saturazione non varia rispetto al valore iniziale significa che i polmoni funzionano bene. Se invece i valori scendono sotto il 93-94% bisogna avvisare il proprio medico di famiglia.
Dove si può acquistare? È difficile trovarli?
In queste settimane, caratterizzate da un generale aumento dei contagi, c’è stata una sorta di riscoperta dell’apparecchio, che si può trovare normalmente nelle farmacie e nelle parafarmacie. Inoltre, si possono acquistare anche online sulle piattaforme virtuali di vendita. La scorsa primavera le rivendite si trovarono impreparate di fronte all’improvvisa richiesta, con i pulsossimetri che furono a lungo introvabili nelle farmacie.
Ho i sintomi del coronavirus. Come trattarli?
Per i soggetti a domicilio asintomatici o paucisintomatici, il documento fornisce del Consiglio superiore della sanità suggerisce varie indicazioni. Oltre alla misurazione periodica della saturazione dell’ossigeno ed ai trattamenti sintomatici (paracetamolo), si consiglia una idratazione e nutrizione appropriata e di non modificare terapie croniche in atto per altre patologie (es. terapie antiipertensive o anticoagulanti), in quanto si rischierebbe di provocare aggravamenti di condizioni pre-esistenti.
Per quanto riguarda i farmaci, si indica di non utilizzare routinariamente corticosteroidi, il cui uso a domicilio può essere però considerato in quei pazienti il cui quadro clinico non migliora entro le 72 ore, soprattutto se in presenza di un peggioramento dei parametri dell’ossigeno. Ed ancora: non utilizzare eparina se non nei soggetti immobilizzati per l’infezione in atto, e non utilizzare antibiotici (il loro eventuale uso è da riservare solo in presenza di una persistenza della sintomatologia febbrile per oltre settantadue ore o ogni qualvolta in cui il quadro clinico ponga il fondato sospetto di una sovrapposizione batterica). Si indica anche di non somministrare farmaci mediante aerosol se in isolamento con altri conviventi per il rischio di diffusione del virus nell’ambiente.
Gli integratori vitaminici possono aiutare?
Nella bozza del documento del Consiglio superiore di sanità si evidenzia come non esistano, ad oggi, evidenze solide di efficacia dei supplementi vitaminici e integratori alimentari (vitamina D, lattoferrina, quercitina), il cui utilizzo non è quindi raccomandato. —
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