Scheggia in un occhio, respinto da tre ospedali perché non c'è l'oculista
L'odissea di un quarantenne da Este a Monselice, a Rovigo. Poi a Vicenza risolve tutto un infermiere

L’ospedale di Vicenza capolinea della lunga odissea
ESTE.
Si ritrova con una scheggia nell'occhio, ma deve affrontare un'odissea per toglierla. Protagonista della vicenda è R. V., un quarantenne di Este. Domenica notte l'uomo si è svegliato assillato da un dolore all'occhio. Una scheggia di ferro, rimediata durante il lavoro, gli procurava un insopportabile malessere. L'uomo ha quindi deciso di recarsi in ospedale a Este.
«Mio marito si è presentato in pronto soccorso alle 4 di notte - racconta la moglie - ma i sanitari gli hanno chiesto di ripresentarsi alle 8.30. Ha quindi pagato anticipatamente il ticket, come prassi richiede. Ritornato nel giro di qualche ora, dopo una veloce visita è stato rispedito a casa perché di domenica mattina in ospedale non era disponibile nemmeno un oculista». R. V. ha quindi deciso di far tappa a Monselice, dove la risposta è stata identica: serve l'oculista che però c'è solo di lunedì. «Mio marito provava però parecchio dolore e non se la sentiva di aspettare», continua la moglie. Si è quindi recato nel pronto soccorso di Rovigo: il copione è stato lo stesso.
Il lungo girovagare del paziente si è concluso al San Bortolo di Vicenza: «Qui un infermiere si è preso la responsabilità di togliergli la scheggia e finalmente la situazione si è risolta», chiude la donna.
Pronta la risposta dell'Usl 17: «Alle 8.30 il paziente, che lamentava la sensazione di un corpo estraneo in un occhio ma senza dolore particolare, è stato sottoposto all'esame obiettivo che ha evidenziato un sospetto corpo estraneo non visibile. Tale disturbo, secondo il protocollo standard, non rientra tra le "urgenze non indifferibili" per le quali è previsto l'intervento dello specialista reperibile di turno. Lo specialista oculista è stato comunque contattato per un consulto telefonico e durante tale consulto, alla presenza del paziente, si è concordato di rimandare al giorno successivo la visita specialistica. Nel frattempo il paziente è stato comunque sottoposto a medicazione con una pomata antibiotica».
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