Seguendo le tracce della Grande Guerra, sul Grappa

Un vasto museo diffuso tra trincee, postazioni di artiglieria e i baraccamenti dove tra il 1915 e il 1918 si muovevano giovani soldati chiamati a difendere la patria

VICENZA. Monte sacro alla Patria che osserva da lontano le ghiaie del Piave. Teatro della Prima guerra mondiale dove si infrangevano le vite di migliaia di soldati: il massiccio del Grappa è diventato oggi un museo diffuso, un luogo da visitare in silenzio considerandolo un pellegrinaggio che ripercorre i prati e le alture rocciose che hanno assistito al primo conflitto bellico e al tanto sangue versato tra il Brenta e il Piave.

Il progetto museale ha coinvolto 19 comuni, tre province, Treviso, Belluno e Vicenza, nonché le comunità montane del Grappa, del Brenta e del Feltrino. L’itinerario non è univoco, si può andare dal Grappa ai vicini monti Pallon, Monfenera, Asolone, Meatte, oppure raggiungere l’imbocco della Valsugana o il Piave alle pendici bellunesi.

Ognuno può scegliere il suo percorso in base alla difficoltà e al desiderio di indagare un pezzo di storia della Grande Guerra in Veneto. L’Osservatorio del Grappa nella valle di Seren può essere un buon punto di partenza per osservare i campi di battaglia e per ragionare sul posto.

La zona era stata adibita a comando austro-ungarico e scrutando con attenzione l’orizzonte con i cannocchiali disponibili sul posto ecco le linee del fronte tracciate dove ora la natura ha ripreso il suo posto sulle alture di Fontanasecca, Solaroli, col dell’Orso.

Dopo la ricognizione iniziale con il binocolo non resta che incamminarsi, zaino in spalla, per raggiungere la prossima destinazione: le vicine trincee, le postazioni di artiglieria o i baraccamenti dove tra il 1915 e il 1918 si muovevano giovani soldati chiamati a difendere la patria.

I percorsi del Museo diffuso Del Grappa, dal Brenta al Piave, toccano da vicino i luoghi simbolo della Grande Guerra. Tra questi il comando austriaco in Val Schievenin, gli anfratti tra Monfenera e Pallon con gli appostamenti di artiglieria, il Covolo del Butistone, una grande cavità di roccia carsica usata come deposito di munizioni e polveri, nonché come ricovero dei soldati del V reggimento addetti al Genio Militare.

A Cima Campo il Forte Leone costruito tra il 1906 e il 1912 dove confluiscono le mulattiere che congiungono la Valsugana all’altopiano dei Sette Comuni. Qui tutto sembra rimasto come all’inizio del secolo scorso quando Italia e Austria si fronteggiavano durante la Grande Guerra.

Nel 1917 al Forte Leone 12 ufficiali e 230 alpini dei battaglioni Monte Piavone e Natisone sono schierati. Si vedono ancora le cupole girevoli dei cannoni e le adiacenze esterne. Nel comune di Quero, la sede del Comando austriaco di Val Schievenin occupato dalle truppe che tentavano di aprire una breccia per arrivare dritti al Grappa.

Era proprio questo il punto di partenza per l’approvvigionamento: cibo, acqua e munizioni trasportati con l’aiuto delle teleferiche.

La ricostruzione di una trincea permette di vedere da vicino la “casa” dei soldati divenuta tomba per molti. Ecco allora un altro luogo da visitare: il Sacrario militare del Grappa custodisce i resti di 12.615 caduti e la tomba del maresciallo Gaetano Giardino che, prima di morire aveva espresso il desiderio di essere sepolto lassù tra i suoi uomini arruolati nella fila della 4 Armata, passata alla storia col nome di “Armata del Grappa” .

Massiccio del Grappa

Per informazioni

Comunità Montana Feltrina

0439 333251

www.museodiffuso.feltrino.bl.it

 

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