Self-service del porno anche per bambiniblitz della Finanza nel Padovano
Sigilli a otto porno-distributori abbinati ai distributori di benzina, quelli che mettono a disposizione del pubblico dvd e prodotti hard, con accesso che dovrebbe essere riservato a un pubblico adulto. I distributori erano stati modificati per accettare qualunque tessera, minorenni compresi

PADOVA. «Non mi era mai successo di incassare così tanti soldi in poche ore. Non so come sia possibile», diceva Samuele Ciprian, pioniere del porno «a portar via», nel 2008. Forse la guardia di finanza ha svelato l'arcano.
C'è anche il suo distributore di dvd e prodotti hard, infatti, tra i dieci sequestrati dalle fiamme gialle nell'ambito dell'operazione condotta in tutta la provincia. Un maxi controllo grazie a cui è emerso questo fenomeno dei dispenser del porno aperti a tutti. Si tratta delle famose colonnine automatiche spuntate come funghi in molte aree di servizio.
Dispenser in cui è possibile trovare non solo video e film hard, ma anche vibratori, creme per migliorare le prestazioni sessuali e altri curiosi articoli osé. Il problema è che, formalmente, l'accesso dovrebbe essere riservato esclusivamente ad un pubblico adulto grazie alla lettura del codice magnetico della tessera sanitaria, del codice fiscale o del passaporto di qualsiasi maggiorenne. Ebbene, tra la Bassa e il Piovese sono state individuate otto aree di servizio in cui erano presenti questi dispositivi, pronti a spalancare le porte del piacere a chiunque inserisse una tesserina magnetica qualsiasi. Minori compresi. I militari della guardia di finanza hanno scoperto che le tendine dei dispenser si aprivano anche dopo la strisciata della tessera di raccolta punti del supermercato. Tutti gli otto dispositivi sono finiti sotto sequestro, con oltre 600 dvd contenenti film vietati ai minori di 18 anni e un centinaio di oggetti hard. Sono stati segnalati alla procura 6 responsabili, per il reato di «pubblicazioni e spettacoli osceni».
IL CASO PONTELONGO.
Aprile 2008: esplode il fenomeno del Sex Fantasy all'interno dell'area di servizio Ip lungo la regionale 516. Samuele Ciprian è il proprietario del sexy shop self service, uno dei primi «illuminati» a capire che, forse, chi deve fare certi acquisti cerca privacy e anonimato. «L'altra sera - raccontava all'epoca Ciprian al mattino con una certa soddisfazione - mi è arrivato sul telefonino il messaggio che invia il distributore quando raggiunge una certa soglia di incassi: da un mese a questa parte non era mai successo di incassare così tanto in così poche ore. Quando sono andato a prelevare i soldi, ho potuto vedere che effettivamente gli articoli erano andati a ruba e ho dovuto fare rifornimento. Evidentemente c'è molta più gente interessata a questo tipo di articoli di quello che si può pensare».
AREE DI SERVIZIO.
In tutti i casi i titolari delle aree di servizio non hanno nulla a che fare con i gestori dei distributori automatici di materiale pornografico, a cui concedono solamente lo spazio. In città lo stesso tipo di distributore a luci rosse è stato vietato dalla compagnia Q8, in mano agli arabi, per motivi religiosi.
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