«Sembrava fosse stata bombardata»
Le testimonianze dei padovani sull’isola: «Una cosa impossibile da dimenticare»

PADOVA. La descrivono come un’apocalisse in miniatura i padovani che hanno vissuto sulla loro pelle la tempesta che ha devastato l’isola di Albarella. C’è chi, visto il cielo diventare nero e alzarsi un vento potente, ha fatto in tempo a chiudersi in casa e chi invece ha dovuto lottare con la forza degli elementi e si è visto sbriciolare i vetri delle finestre, mentre sedie da giardino e lettini volavano via colpendo tutto ciò che incontravano. Tra i più fortunati dei tanti padovani che negli anni avevano acquistato casa nell’isola degli alberi e degli animali lasciati liberi per la gioia dei turisti c’è Antonio Bettella la cui villetta è a pochi passi dal porto turistico di Albarella. «Abbiamo visto un fronte nero salire dal mare» racconta Bettella, nell’isola con la famiglia «Alle prime raffiche ci siamo chiusi dentro sprangando porte e imposte. Per un tempo lunghissimo abbiamo sentito solo il vento. Un rumore che mai avrei immagino, fortissimo, e poi un tonfo, come un’esplosione. Dicono che la tempesta sia durata solo un quarto d’ora ma a noi è parsa un’eternità. Poi il vento è calato e ci siamo azzardati a guardare fuori. Lo spettacolo era drammatico. Un grosso pino marittimo che abbiamo in giardino si è spezzato a pochi centimetri dal terreno abbattendo il cancello di casa mentre sdraio lettini, tavolo e sedie abbiamo dovuti recuperarli per strada a decine di metri da casa. Ma è stato proprio in strada che abbiamo capito l’entità dei danni: Albarella è distrutta, sembra che ci sia stato un bombardamento e credo che possiamo dirci fortunati perché almeno non abbiamo avuto danni al tetto e l’albero non ci è caduto sulla testa».
Meno fortunato l’amministratore delegato della Ceam Cavi di Monselice Carlo Magon in vacanza sull’isola con tutta la famiglia. «A noi è caduta una betulla in piscina» racconta Magon. «Niente di gravissimo, rispetto a quello che è successo è davvero una fortuna, come pare, che nessuno si sia fatto male seriamente, perché la scena a cui abbiamo assistito non l’avevo mai vista in tutta la mia vita: il rumore di un vento che soffia, secondo me a ben più di 100 km all’ora, lascia atterriti. I danni sono ingentissimi sia alle macchine che alle case ma è tutta l’isola che è distrutta. Ho visto lettini sugli alberi superstiti e molti edifici hanno i tetti distrutti. Ma il danno è grave anche perché, almeno a prima vista, sembra che circa 80% degli alberi di Albarella sia caduto. Il volto dell’isola è cambiato in pochi minuti. Una cosa che sarà difficile dimenticare».
Riccardo Sandre
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