Signori, il Museo Civico d’Arte Contemporanea Umbro Apollonio

A San Martino di Lupari una pinacoteca inattesa che si occupa del Costruttivismo dal 1960 ad oggi. Ma non solo

SAN MARTINO DI LUPARI. Cinetismo e percezione, moduli e serie, colore. Il Museo Civico d’Arte Contemporanea Umbro Apollonio è un luogo inaspettato nella provincia di Padova. Una pinacoteca allestita all’interno del municipio, che accoglie i cittadini nella sala consiliare.

L’arte che non ti aspetti è fatta di sequenze cromatiche che diventano effetti ottici. Il contenuto della tela sembra muoversi diventa spirale, arcobaleno, luce, acrobazia. Calza a pennello la definizione che usarono Bruno Munari e Umberto Eco per definire l’arte cinetica: «Un genere di arte plastica in cui il movimento delle forme, dei colori e dei piani è il mezzo per ottenere un insieme mutevole. Lo scopo dell’arte cinetica non è dunque quello di ottenere una composizione fissa e definitiva».

Parole che trovano riscontro nei titoli onomatopeici delle opere. “Espansione+ Traslazione 57” di Paolo Scirpa, “Nastro di Moebius” di Celestino Facchin, “Struttura-Luce-Vibrazione” di Ennio Finzi, “Intervento sull’ambiente 4G-1983” di Giuliana Balice. Mosaico sgargiante e ordinato è “Senza titolo” l’opera firmata Francisco Sobrino, più discreta la “Progretion Coleur” in cui Hugo Demarco ha dosato l’acrilico virando dall’arancione al blu.

Sulle pareti del municipio di San Martino di Lupari scorre un pezzo importante di storia dell’arte, fortemente legato alla Biennale di Venezia e all’impegno e alla sensibilità di Edoer Agostini e delle sue Biennali d’arte sanmartinare, che hanno regalato alla città una collezione che non ha eguali. –

La mostra permanente

Il Museo di Arte Contemporanea Umbro Apollonio è una mostra permanente di pittura unica in Italia che indaga il movimento artistico del Costruttivismo dal 1960 ad oggi. Un progetto che ha preso forma dall’artista e intellettuale Edoer Agostini nato nel 1923, dopo aver superato la guerra nel 1947 rientra in Italia.

L’arte è insita nell’animo e lui la coltiva da autodidatta fino a declinarla in poetica alla fine degli anni Sessanta. Iniziano le sinergie con gli esponenti del Gruppo N di Padova, Gruppo T di Milano, GRAV di Parigi e Gruppo Zero di Dusseldorf, molto attivi in questi anni.

Contaminazioni che si trasformano in Superfici e Dinamiche Percettive, poi sarà a volta delle Strutture Rilievo basate sulla monocromia, linee sottili, tridimensionalità, pieni e vuoti. Il Museo nasce nel 1981 per volontà dell’amministrazione comunale ma nel nome di Edoer Agostini, fautore del progetto culturale e protagonista della sua creazione.

Agostini è stato infatti il promotore di otto edizioni (dal 1971 al 1985) della Biennale d’Arte Contemporanea di San Martino di Lupari che ha richiamato nel comune padovano i più celebri artisti di arte programmata e cinetica di fama internazionale che hanno donato le loro opere, divenute il nucleo della collezione museale.

Mancato prematuramente nel 1986, l’eredità di Edoer Agostini risuona nelle sale del municipio. La collezione conta un centinaio di opere di un’ottantina di artisti italiani tra i quali lo stesso Agostini, Manfredo Massironi, Edoardo Landi, Toni Costa ed Ennio Chiggio, appartenenti al gruppo N. A Bruno Munari, emblematico intellettuale e designer si deve il logo del museo, elaborato in collaborazione con il suo studio milanese.

Tra gli artisti stranieri figurano i francesi Yves Millecamps e Francois Morellet, lo svizzero Hans Jorg Glattfelder, gli argentini Hugo Demarco, Antonio Asis e Horacio Garcia Rossi e lo spagnolo Francisco Sobrino, Julio Le Parc (Gran Premio per la pittura a Venezia, Biennale 1966), Yvaraal del GRAV di Parigi. —

L’arte a portata di mano. Se vedere le opere da vicino e studiarne l’impatto con la luce non ha prezzo, c’è un altro modo per preparare la propria visita il museo da sperimentare. Il tour nella versione digitale del Museo di Arte Contemporanea Umbro Apollonio collegandosi al sito www.museoumbroapollonio.it.

Il progetto di digitalizzazione della collezione è stato curato da Tommaso Ferronato e Pinuccia Agostini, figlia di Edoer. Le foto sono di Giuseppe Cordiano e scorrendovi sopra con il mouse, hanno il pregio di muoversi, ruotare, avvicinarsi e allontanarsi, dando una dimensione 3D alla consultazione. Un’esperienza nuova.

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