«Solo la Mestre-Adria ferma al conta-assi»

Gambato: «Da noi sistemi di controllo moderni, non si rischia una tragedia come in Puglia»
GIANMICHELE GAMBATO Nuovo Treno Piove di Sacco..BELLUCO
GIANMICHELE GAMBATO Nuovo Treno Piove di Sacco..BELLUCO

VENEZIA. I 576 chilometri del sistema ferroviario veneto ancora a binario unico non devono allarmare: la tragedia che si è consumata in Puglia non si sarebbe potuta verificare a Nordest, non in simili condizioni e neppure lungo le tratte più vecchie e meno frequentate. Nel giorno in cui tutte le stazioni d’Italia hanno osservato un minuto di silenzio in onore delle vittime, è inevitabile abbandonarsi anche a qualche confronto, cercando di comprendere come il dramma sia potuto accadere e come evitare che si ripeta altrove. «Abbiamo molte tratte a binario unico che restano tali perché poco trafficate» ha spiegato Gian Michele Gambato, presidente di Sistemi Territoriali Spa, che ha in gestione alcuni dei percorsi su ferro più critici del territorio «ma i sistemi di sicurezza impiegati qui sono molto più moderni rispetto alla Puglia». Ogni linea, infatti, può presentare un differente metodo di controllo (in gergo “regime di circolazione”), ma in Veneto neanche un metro di rotaia è ancora verificato a blocco telefonico un sistema molto antiquato che prevede il fattore umano nel circuito d’emergenza. Le linee ferroviarie nostrane, anche a binario unico, sono per la maggior parte fornite di Scmt (acronimo per “sistema di controllo di marcia del treno”), un metodo completamente automatico che in caso di “sovraffollamento” dei binari provvede ad arrestare direttamente i convogli. Le tratte più vetuste, come la Adria-Mestre, possono invece presentare ancora il vecchio metodo del “conta assi”, che è comunque in grado di rilevare una doppia presenza sullo stesso binario e provvede istantaneamente a bloccarne la percorrenza attraverso i semafori. «Anche sulla Mestre-Adria» specifica Gambato «entro un anno avremo il più recente Scmt, i lavori sono già stati messi a gara e abbiamo investito 2 milioni di euro come Regione. I sistemi di sicurezza sui nostri treni sono numerosi e differenziati, come il “pedale dell’uomo morto” che costringe il macchinista a tenere sempre alta l’attenzione».

Ieri anche la politica ha affrontato l’argomento, sia omaggiando le vittime che interrogandosi sul futuro: «Non è il caso di strumentalizzare l’accaduto - spiega Bruno Pigozzo, consigliere regionale del Pd - ma queste vicende mettono in evidenza i ritardi per il Sfmr e la necessità di un raddoppio dei binari in molte tratte».

Giacomo Costa

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