Sopresa dal tabaccaio, aumenta il prezzo delle sigarette

PADOVA. Sorpresa di inizio anno dal tabaccaio: le sigarette sono aumentate in media di 20 centesimi a pacchetto. Per chi funa è un altro colpo al portafogli. La decisione è stata comunicata alle rivendite lo scorso 14 gennaio e l'aumento è scattato due giorni dopo. La temuta stangata alla fine è arrivata nonostante le rassicurazioni del Governo che aveva parlato di «riequilibrio». Ed è una stangata generalizzata.
Ad autorizzare il rincaro è stata la Direzione centrale gestione accise e monopolio tabacchi dell'Agenzia delle dogane e monopoli. Stavolta nessuna colpa alle tasse ma soltanto l'avallo dell'agenzia statale alle richieste dei grandi gruppi produttori di tabacco. I produttori hanno scelto di rivedere al rialzo in particolare i prodotti di fascia "alta", superando, contro le aspettative, la soglia psicologica dei 5 euro a pacchetto
L'aumenti infatti non riguarda tutte le marche ma solo chi ha fatto richiesta. A chiedere di aumentare il prezzo infatti sono state: la International Tobacco Agency Srl, la Agio Cigars, la Von Eicken Gmbh, la Scandinavian Tobacco Group Italy Srl, la Diplomatico Cigars Srl, la Cigars & Tobacco Italy Srl, la Continental Tobacco Italy Srl, la Cotragemo Scrl, la Manifatture Sigaro Toscano Spa, la Philip Morris Italia Srl, la British American Tobacco Italia Spa, la International Tobacco Agency Srl, la Manifattura Italiana Tabacco Spa, la Yesmoke Srl, la Von Eicken Gmbh, la Scandinavian Tobacco Group Italy Srl, la Imperial Tobacco Italia Srl, la Santa Fe Natural Tobacco Company Italy Srl, la Cotragemo Scrl, la JT International Italia Srl, e la Diadema Spa.
Ecco il listino prezzi aggiornato delle sigarette in Italia.
La soglia dei 5 euro a pacchetto. Molti dei marchi più diffusi superano così, appunto, i 5 euro a pacchetto. Le "bionde" made in Italy, in particolare, hanno subito tutte rialzi mentre i big del tabacco internazionali sono andati in ordine sparso. Così ad esempio chi fuma pacchetti da 5 euro pagherà invece 5,20 euro (oltre 150 euro in più al mese per chi fuma un pacchetto al giorno) mentre chi fuma sigarette di fascia "media" continuerà a pagare 4,60 euro.
Ma, si spiega da ambienti di governo, l'aumento sulla fascia alta potrebbe «trainare» aumenti anche nelle fasce più basse. Anche se per le "italiane" di fascia bassa l'aumento è già scattato (da 4,30 a 4,50). Insomma il vizio costerà a breve di più a tutti.
Il risultato dell'operazione di riordino appare così un po' diverso da quello esplicitato dal governo che era quello appunto di rivedere la materia riequilibrando la tassazione. Perchè allo stato i più colpiti (traslando l'aumento fiscale sui consumatori finali) sono solo i consumatori di fascia alta. Mentre l'ipotesi del governo era che l'aumento si sarebbe spalmato sulla fascia più bassa di prezzo.
Allo Stato 200 milioni in più. Nei piani del governo questo riordino dovrebbe comunque portare nelle casse dello Stato circa 200 milioni in più quest'anno. Ma non è appunto escluso che ci possano essere ulteriori aumenti e quindi un gettito maggiore. È noto però che ad ogni aumento delle "bionde" corrisponda, soprattutto in tempi di crisi, un innalzamento dei livelli di fumo illegale. Non a caso la Sicpa, azienda specializzata in inchiostri per banconote e contrassegni di sicurezza, spiegava alla Commissione Finanze del Senato che in Italia si consumano ogni anno 3,7 miliardi di pacchetti, con una tassazione media del 72%, per un totale di imposte dovute di circa 13 miliardi, il cui 10% di mercato nero, è di 1,2 miliardi. Quota destinata ad aumentare proporzionalmente ai rincari.
Una situazione complessiva descritta perfettamente nei dati del Dipartimento delle Finanze: dal 2003 al 2012, seppur con alti e bassi, le entrate derivanti dai tabacchi sono costantemente aumentate. La media dell'incremento degli ultimi 10 anni è stata del 3,9%, ma lo scorso anno il calo è stato di ben il 4,9%. La crisi economica e il contemporaneo aumento dell'Iva hanno portato ad una netta inversione del ciclo. Come i carburanti, i tabacchi pagano infatti l'Iva anche sulle accise, una sorta di tassa sulle tasse cioè, con un effetto moltiplicatore che ha avuto ripercussioni sui prezzi di vendita. I listini dei pacchetti "tradizionali" sono inevitabilmente aumentati, spingendo i fumatori a spostarsi verso fasce di prezzo più basse, verso il tabacco puro e semplice, se non addirittura verso le sigarette di contrabbando. E l'aumento di questi giorni non aiuterà certo.
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