Sorato al processo su Bpvi: in aula di nascosto e come teste fa scena muta

L’ex dg si avvale della facoltà di non rispondere Intanto va avanti l’udienza preliminare del procedimento che lo vede sotto accusa
Agenzia Candussi - MORSEGO - MESTRE VIA DELLE MESSI - MESTRE PROCESSO BANCA POPOLARE DI VICENZA PRESSO L'AULA BUNKER DI MESTRE.IN FOTO ZONIN.
Agenzia Candussi - MORSEGO - MESTRE VIA DELLE MESSI - MESTRE PROCESSO BANCA POPOLARE DI VICENZA PRESSO L'AULA BUNKER DI MESTRE.IN FOTO ZONIN.

Vicenza. L’uomo invisibile. Citato da quasi tutti i testi finora sentiti nel processo per il dissesto della Banca Popolare di Vicenza. Samuele Sorato, ex direttore generale della Bpvi ed ex consigliere delegato, numero due dell’istituto, ieri è arrivato all’udienza del processo per il crac della Popolare di Vicenza. La sua doveva essere la testimonianza clou in un procedimento giudiziario dove sono imputati i vertici dell’ex istituto di credito di via Battaglione Framarin, tra cui tre dei suoi vicedirettori e il presidente Gianni Zonin.

Processo che lo vede imputato in reato connesso, anche se l’ex manager sta ancora sostenendo l’udienza preliminare, stralciata per motivi di salute e ripresa ieri con la costituzione delle parti civili.. Sorato, nei confronti del quale i giudici avevano minacciato l’accompagnamento coatto, si è presentato di sua volontà e sulle sue gambe. Anche se non è stato possibile vederlo. È entrato da una porta secondaria, ha chiesto di deporre a porte chiuse ed è uscito dal corridoio dedicato agli imputati. Lo si è solo intravisto attraverso gli oblò delle porte del palazzo di giustizia. Una figura alta e snella, un’ombra quasi.

Visibilmente dimagrito, elegante nella postura, evidentemente provato dalla malattia, raccontano i testimoni che hanno potuto vederlo, il manager, tramite il suo legale Fabio Pinelli, ha chiesto, infatti, che la propria audizione come imputato di reato connesso avvenisse a porte chiuse, e questo a tutela di riservatezza delle condizioni di salute e per evitare stress derivanti dalla pubblicità della sua deposizione. Istanza accolta dal collegio giudicante presieduto da Deborah De Stefano.

Il pm Luigi Pipeschi pur ritenendo non ci fossero i presupposti si è rimesso alla decisione del collegio giudicante, cosa che hanno fatto anche le difese degli altri imputati ad esclusione di quelli di Gianni Zonin. L’avvocato Enrico Ambrosetti si è, infatti, espresso favorevolmente all’accoglimento dell’istanza. Diversa la reazione degli avvocati delle parti civili che invece si sono opposte.

Il giudice ha quindi invitato i presenti ad abbandonare l’aula. Le porte per la verità sono state chiuse solo pochi minuti, nei quali Sorato si è seduto ed ha detto: «Anche se vorrei dare tutte le spiegazioni sulla vicenda, però le mie attuali condizioni fisiche non mi consentono di farlo e quindi mio malgrado mi avvalgo della facoltà di non rispondere».

Una decisione più che comprensibile visto che il suo processo, quando e se ci arriverà, difficilmente verrà a questo punto riunito a quello principale. La sua udienza preliminare, il gup è Roberto Venditti, lo stesso giudice che ha rinviato a giudizio gli altri sei imputati del processo Bpvi, è ripresa ieri pomeriggio sempre a Vicenza. Nel corso dell’udienza il giudice ha rigettato il legittimo impedimento per motivi di salute e disposto di tornare in aula il 14 di novembre. In quella sede si costituiranno anche le parti civili.

Sempre ieri l’avvocato Pinelli, difensore di Sorato, ha avvertito che è pronto a depositare una richiesta di astensione per Venditti, facendo intendere di potersi spingere oltre: con la possibilità di richiedere la ricusazione del giudice alla Corte di Appello di Venezia, in quanto Venditti è stato il gup del procedimento principale, avendo mandato a processo gli attuali imputati per il crac della Vicenza.

 

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