Spunta Breganze per il dopo Zonin

VICENZA. Nel 2016 Banca Popolare di Vicenza festeggerà 150 anni di storia, ma potrebbe celebrarli senza il suo presidente in pectore Gianni Zonin. Dopo aver annunciato, la scorsa primavera, le sue dimissioni («Non sarò presidente della Spa») per poi ritrattare di fronte all’ultima semestrale in rosso, a seguito delle indagini che lo hanno investito, il presidente ha fatto sapere per bocca del suo legale che è una «questione di tempi e modi». Gianni Zonin è in sella alla Banca da 19 anni. Quando è stato rieletto, ad aprile 2013 per l’ottava volta, aveva annunciato che quello in corso sarebbe stato l’ultimo mandato. D’altronde Zonin ha oggi 77 anni. Ma poi il suo atteggiamento a riguardo è sempre stato ondivago: «Finché ho la salute e i soci me lo chiedono» ripeteva… sottinteso: «Io resto». Di certo, Zonin avrebbe tanto voluto essere in sella il prossimo anno. Le preparazioni per le celebrazioni dell’anniversario sono iniziate nel 2014, anche perché PopVi doveva ospitare l’Assiom Forex con il governatore di Bankitalia. Location ed eventi tutti già decisi da un anno e mezzo, dunque, raduno degli alpini compreso. Ma ora è troppo imbarazzante per Bankitalia venire a Vicenza. Quindi: Assiom Forex annullato. Un contraccolpo prevedibile, ma cosa succederebbe se Zonin dovesse lasciare ora? All’interno della Banca ci sono alcune figure di garanzia in grado di gestire una presidenza provvisoria.
Il primo nome della lista è Marino Breganze, avvocato, professore universitario a contratto al Bo, braccio destro di Zonin da anni, figura istituzionale super partes: Breganze il 16 giugno scorso, come presidente dell’Accademia Olimpica di Vicenza, ha accolto il presidente della repubblica Sergio Mattarella durante la sua visita nella città berica per commemorare Mariano Rumor a 100 anni dalla nascita.
Breganze rappresenta una storica famiglia vicentina e non guasta. Ma l’iter non è facile. Intanto bisogna capire se l’attuale Cda sarà, a breve, ancora espressione della Banca o, in fase di cambio in Spa, dovrà rappresentare il nuovo azionariato. Ma prima ancora, alla luce degli annunci del procuratore, bisognerà capire se ci saranno nuovi indagati. Oggi ne risultano solo due: Giuseppe Zigliotto, di cui oggi vengono smentite le dimissioni in tempi brevi, e Giovanna Dossena. Se anche altri verranno iscritti a registro dagli inquirenti, la decadenza del board è plausibile. Quanto al suo presidente, spiegano gli insider, saranno fondamentali tre variabili: il parere del suo legale, il riflesso sulle sue aziende e da qui la questione reputazionale, e infine il suo orgoglio, che di certo, da queste ultime vicende è stato scosso.
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