«Stiamo con lei» Si schiera l’Asla

PADOVA. Un appello alla ragionevolezza perché, «in questo modo, si rischia solo di creare un clima di sfiducia nella ricerca». Daniela Fasolo è presidente di Asla, l’associazione padovana che...

PADOVA. Un appello alla ragionevolezza perché, «in questo modo, si rischia solo di creare un clima di sfiducia nella ricerca». Daniela Fasolo è presidente di Asla, l’associazione padovana che raccoglie i malati di Sla e i loro familiari. Fasolo sa cosa significhi tentare il tutto per tutto per salvare la vita di una persona, lottare fino all’ultimo respiro, sperare fino all’ultimo giorno. Il presidente dell’associazione invita ad abbassare i toni del dibattito, a riportarlo nei binari della razionalità. «Questi attacchi», sottolinea Fasolo, «rischiano di far impantanare la ricerca, di rendere il clima ancor più teso. Ovviamente tutto è migliorabile, si possono modificare le leggi che regolano la sperimentazione animale. Non si può di certo fermare la ricerca però. Purtroppo oggi non esistono modelli di sperimentazione differenti rispetto a quello animale. Le persone insultano Caterina? Che propongano un’alternativa fattibile, una strada percorribile. È con le proposte razionali che si cambiano le cose, si crea dibattito, non con gli insulti». Daniela Fasolo non manca di richiamare il caso Stamina: «Abbiamo visto che cosa è accaduto con protocolli di sperimentazione non scientifici». Le associazioni chiedono di smorzare i toni, così come gli stessi animalisti. Il presidente dell’associazione Animalisti italiani, Walter Caporale, ha scritto a Caterina: «Ti esprimo la nostra solidarietà, sincera, umana, essere animalisti significa battersi contro ogni forma di sfruttamento, violenza, prevaricazione sui più deboli, donne e bambini, anziani e disabili, animali e immigrati. La violenza, la prevaricazione, le ingiustizie sono sempre le stesse: nessun animalista può minacciare o attuare violenza, su alcun essere vivente, quindi né su di te né su un animale». Un appello alla ragionevolezza, ma anche la volontà degli animalisti (quelli veri) di andare fino in fondo. Dopo la segnalazione fatta dalla stessa Caterina Simonsen alla Polizia postale, c'è ora infatti una denuncia contro ignoti presentata in procura a Padova dall'Aidaa associazione italiana difesa animali e ambiente) per gli insulti e le minacce di morte di estremisti animalisti giunte sulla pagina Facebook della studentessa. L'ha depositata ieri il presidente dell'associazione, Lorenzo Croce, ipotizzando i reati di minacce e diffamazione. «La stessa Aidaa», spiega Croce, «si è sentita diffamata dal fatto che insulti e minacce siano stati attribuiti al mondo animalista. Questo comportamento», scrive, ha leso gli interessi e il buon nome dell'associazione che presiedo». Prendendo le distanze dal fiume di veleno che è stato scaricato sulla ragazza padovana dopo le sue affermazioni in difesa dei test medici sugli animali, Croce annuncia che l'associazione si costituirà parte civile nel caso in cui venissero individuati e sottoposti a processo i responsabili. Chiede di essere sentito dai magistrati per fornire informazioni «sul preciso disegno che sta alla base di tali minacce, con lo scopo preciso di gettare discredito sul movimento anti-vivisezione». (fa.p.)

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