Strage in caserma due ore di mistero poi gli spari mortali

Breve colloquio fra Zingale e Addario prima della tragedia Oggi pomeriggio il funerale del maresciallo e della moglie
Di Diego Degan
BARSOTTI RECUPERO FOTO GINETTA GIRALDO ARZERGRANDE ginetta giraldo e il marito
BARSOTTI RECUPERO FOTO GINETTA GIRALDO ARZERGRANDE ginetta giraldo e il marito

PORTO VIRO. Sono le ultime due ore della vita di Renato Addario il momento focale che potrebbe permettere di capire perché l'appuntato ha ucciso il suo comandante, Antonino Zingale, la moglie di lui, Ginetta Giraldo e, infine, se stesso. Dagli ambienti investigativi trapela ben poco e, comunque, in maniera rigorosamente generica. Ma tutti gli accertamenti predisposti dalla Procura e quelli in animo nei legali incaricati dalla vedova di Addario, si concentrano su questo lasso di tempo.

Cos'è accaduto tra l'una del pomeriggio e le tre e ventisei, ora della sparatoria, al carabiniere? Chi ha incontrato? Cosa ha saputo? Il periodo di tempo sotto esame si basa su una semplice constatazione: tutti coloro che hanno visto Addario prima dell'una del pomeriggio di quel fatale lunedì, ricordano una persona “normale”, mentre la logica porta a pensare che chi sta progettando un omicidio-suicidio abbia comportamenti di tutt'altro segno. Del resto, in quelle ore, Renato Addario si era messo d'accordo con la moglie che, a cena, avrebbero mangiato pizza. L'avrebbe fatto se sapeva di dover morire di lì a poco? All'una, poi, lo stesso militare è stato visto passare in macchina velocemente davanti al Bar Erica, vicino alla caserma. La barista l'ha visto passare e l'ha salutato. «Mi ha risposto con un cenno del capo e il volto rabbuiato» dice «lui che vedevo sempre sorridere e scherzare».

Poi è entrato nella caserma dalla quale sarebbe uscito, ore dopo, morto. Dunque sembra che la decisione di uccidere Addario l'abbia presa tra l'una e le tre. Perché? Il sostituto procuratore, Stefano Longhi, ha disposto un perizia sul suo computer personale e un'altra sui telefonini dei due militari. Qualche indizio potrebbe venire dal breve scambio di battute tra Addario e Zingale, ripreso dalle telecamere, mezz’ora prima della strage. Non c'è il sonoro nella registrazione ma «chiederemo di valutare la possibilità di interpretare il labiale» afferma l'avvocato Patrizia Trapella, che rappresenta la vedova di Addario, Susy Bergamin. Ieri, intanto, l'autopsia sui corpi dei coniugi e oggi, alle 16.30 i loro funerali. Domani l'ultima autopsia e lunedì il rito funebre per salutare l'appuntato “buono” (così lo definiscono tutti) la cui fine ha sconvolto un intero paese.

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