Sui Colli Euganei calano i cinghiali, cresce la presenza di caprioli
Scesa del 13% nel 2023 la popolazione degli ungulati, provengono invece dai Berici i “bambi” arrivati ormai sette anni fa

Sui Colli Euganei nel 2023 è calato del 13% il numero dei cinghiali (del 12% nei primi mesi del 2024) mentre da sette anni continua a crescere quello dei caprioli, probabilmente provenienti dai vicini Colli Berici.
I dati sono dell’ente Parco Colli che evidenzia, per quanto riguarda i cinghiali, una direzione di un generale contenimento, anche se fare un vero e proprio censimento della specie non è possibile.
«Abbiamo interpellato pure l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra, ndr)», spiega il presidente del Parco Colli, Alessandro Frizzarin. «Dato che le riproduzioni dei cinghiali non seguono una precisa stagionalità, diventa complicato fornire cifre ufficiali. In ogni caso grazie alla squadra faunistica, ai selecontrollori e alle 50 gabbie dislocate su tutto il territorio degli Euganei, stiamo riducendo la proliferazione della popolazione, soprattutto di quella più giovane».
La richiesta della Cia
La Cia Padova, associazione di agricoltori, chiede di dare continuità alle operazioni di contenimento, anche alla luce dei risultati raggiunti da tre anni a questa parte. «L’invito che facciamo alle autorità competenti», afferma il presidente della Cia, Luca Trivellato, «è di non abbassare la guardia. Ce lo domandano quegli imprenditori che portano avanti le loro attività nella logica di un’agricoltura di resistenza. Coltivare dove ci sono delle criticità, diventa quasi un atto eroico».
Caprioli
Sul fronte dei caprioli, risulta che fino a questo momento questi animali non hanno fatto danni ingenti. La situazione è monitorata dal Parco Colli e dagli stessi agricoltori. La Cia da diverso tempo chiede di modificare la legge 157 del 1992 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”. «La finalità di fondo della normativa, vecchia di più di trent’anni, è indicata già nel titolo», precisa Trivellato.
«Nell’attuale contesto storico occorre passare dal principio di protezione a quello di gestione. I cinghiali sono diventati così numerosi, soprattutto nella zona del Parco, ma sono arrivati anche in pianura, vanno gestiti e non protetti, nell’ambito dell’intero ecosistema. Le istituzioni dimostrino di stare dalla parte degli agricoltori che, con passione, coltivano e di fatto rappresentano delle sentinelle del territorio dei Colli Euganei». ––
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