Un altro suicidio nel carcere di Verona: è il secondo in 48 ore

Dopo il suicidio di domenica, un altro ristretto italiano si è tolto la vita. De Fazio (Uilpa PP): «Servono misure urgentissime». Bigon (Pd): «Tante promesse, ma non cambia nulla»

È un veronese di 58 anni il detenuto che questa mattina si è tolto la vita nel carcere veronese di Montorio. In una nota il procuratore della Repubblica di Verona, Raffaele Tito, ha precisato che l'uomo era solo in una cella con due letti, in quanto il compagno di stanza era da poco uscito per lavorare nell'istituto di pena.

Il suicidio al carcere di Verona

L’uomo era stato rinchiuso in carcere nel primo pomeriggio di ieri in seguito alla misura di custodia cautelare emessa il 15 marzo dal Gip del Tribunale di Verona per i reati di danneggiamento, stalking e violazione al divieto di avvicinamento, dopo l'ennesima denuncia presentata dalla figlia e dalla ex compagna.

La nota della Procura ha precisato che il 58enne era già stato condannato in primo grado a 2 anni e 3 mesi di reclusione e a causa di quei fatti aveva subito nel 2023 e lo scorso anno diversi periodi di misura cautelare, sia agli arresti domiciliari sia in carcere, quest'ultimo provvedimento si era reso necessario a causa delle continue violazioni.

Il 22 ottobre 2024 l'uomo era stato scarcerato, con divieto di avvicinamento alle persone offese: l'ex compagna e i due figli.

Suicidio in carcere: una piaga 

«Continua la scia di morte nelle carceri e, particolarmente, presso la Casa Circondariale di Verona, dove due detenuti si sono tolti la vita in meno di 48 ore. Dopo il suicidio di domenica pomeriggio, un altro ristretto, italiano, si è tolto la vita stamani (18 marzo, ndr) nel carcere di Verona Montorio». Lo rende noto Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.

A livello nazionale, sale a 19 il numero dei suicidi di detenuti in carcere nel 2025, a cui si deve aggiungere quello di un operatore. «Verona -. ricorda De Fazio - con 595 reclusi presenti a fronte di soli 318 posti disponibili gestiti da 318 operatori di Polizia penitenziaria, quando ne necessiterebbero almeno 420, si inserisce pienamente in questo contesto. E due suicidi in due giorni imporrebbero serie riflessioni e valutazioni. Servono urgentissime misure deflattive della densità detentiva e immediati rinforzi agli organici della Polizia penitenziaria, ma va anche garantita l'assistenza sanitaria e psichiatrica e vanno messe in campo riforme di sistema. Altrimenti, sarà ancora morte e sofferenza», conclude.

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Il carcere di Montorio a Verona

«La tragica conta dei suicidi presso il carcere di Montorio continua. Sembra davvero che, dopo tante promesse, nulla cambi» afferma la consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon che interviene tramite una nota. «I problemi profondi riscontrati a Montorio richiederebbero interventi urgenti. A partire dalla carenza di personale sanitario interno, visto che da tempo chiediamo di rinforzarne la presenza. I dati, forniti su mia richiesta, dall'Ulss 9 riportavano pochi mesi fa la presenza di un solo psicologo per tutti i detenuti di questo carcere che scoppia per sovraffollamento: un dato macroscopico di inadeguatezza. Ma anche l’attività lavorativa e formativa risulta essere carente e svolta da un numero esiguo di detenuti».

I dati 

«I dati forniti a seguito di accesso agli atti, in particolare - prosegue la consigliera - evidenziavano la presenza di soli quattro medici di guardia, per un totale di 24 ore settimanali; nove infermieri per 36 ore alla settimana; un medico infettivologo per 3 ore alla settimana; uno psicologo psicoterapeuta per 25 ore alla settimana. Numeri davvero esigui a fronte di oltre 500 detenuti, peraltro in un carcere progettato per ospitarne 300».

«La Giunta regionale - conclude Bigon - deve attivarsi al più presto per quanto di sua competenza e sollecitare il Governo. Devono spiegarci quali provvedimenti hanno preso durante quest’anno per rendere sostenibile la vita dei detenuti in carcere. Questa scia di morti è assolutamente inaccettabile per un Paese che ambisce a definirsi civile».

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