Tassa di scopo sul Mose: l'ira di Zaia e Brugnaro su Toninelli

Una parte dei costi della maxi-opera verrebbe scaricata sugli enti locali e sui turisti stessi. Lega ai ferri corti con il M5s

VENEZIA. Nuovo fronte di scontro tra Movimento 5 Stelle e Lega: il ministero delle Infrastrutture, guidato da Danilo Toninelli, annuncia infatti l'arrivo di un nuovo commissario per il Mose di Venezia e subito arriva il «no totale» del governatore leghista del Veneto, Luca Zaia.

Un botta e risposta che avrà ripercussioni sull'esame del decreto Sblocca-cantieri, al quale i senatori hanno presentato una vera e propria pioggia di emendamenti. Delle 1.174 proposte di modifica circa un centinaio, tra l'altro, sono della maggioranza.

I due azionisti del governo hanno presentato 47 proposte ciascuno e si starebbe lavorando su alcuni temi specifici, a partire da un nuovo ritocco delle soglie per gli affidamenti degli appalti, già oggetto di un duro braccio di ferro tra alleati durante la manovra.

Con il decreto sui cantieri la doppia soglia voluta dalla Lega è stata infatti cancellata tornando al limite di 40mila euro per gli affidamenti senza gara e abbassando a 200mila euro quelli con procedura negoziata, riducendo a tre (da dieci) i soggetti economici da interpellare.

Proprio il tetto dei 200mila euro potrebbe di nuovo salire, forse anche oltre i 350mila euro sui quali ci si era accordati appena cinque mesi fa. Altra retromarcia potrebbe arrivare sul fronte dei subappalti, stralciando la possibilità per chi partecipa a una gara e non la vince di ottenere poi lavori in subappalto.

Potrebbe arrivare inoltre, come annunciato sempre dal ministero, anche la soluzione invocata dagli operatori per superare la sindrome del blocco della firma: il Mit caldeggia infatti l'ok a una proposta che 'salvà i dirigenti dal rischio di incorrere nella responsabilità erariale, prevedendo una controllo preventivo della Corte dei Conti in modo da escludere la colpa grave.

Le tensioni potrebbero tornare ad accendersi, come già in fase di 'gestazionè del decreto, sulle ipotesi di nuovi commissari. Il Mit ne proporrà uno per il Gran Sasso insieme a un nuovo «commissario straordinario che sovrintenda alle fasi di completamento, collaudo e avviamento» del Mose.

Il nuovo commissario subentrerebbe all'attuale Provveditorato per le opere pubbliche e la struttura commissariale dovrebbe essere finanziata in parte dalle amministrazioni e dagli enti a vario titolo interessati al funzionamento del sistema, prevedendo anche una nuova tassa di scopo «sui turisti di Venezia», vincolata al completamento dell'opera.

ZAIA

Il niet del governatore della Regione arriva proprio sul nodo delle risorse: non esiste che si imponga ai «cittadini veneti» di tirare fuori soldi per un'opera «che più nazionale di così non si può», dice Zaia, ribadendo che «se ne deve occupare il governo».

«Si vogliono scaricare i costi su una Regione tax free, che non applica nessuna addizionale regionale ai suoi cittadini lasciando nelle loro tasche un miliardo e 170 milioni l'anno e addirittura ci si vorrebbe designare come esattori di una tassa» e «per giunta mentre si continua a negarci l'autonomia».

Per Zaia, insomma, «non se ne parla nemmeno. Se lo Stato esiste, gestisca in proprio la questione nazionale del Mose. Punto».

BRUGNARO

Per il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, «gli emendamenti presentati dal Mit al Decreto Sblocca-cantieri sono indecenti». «Sono rimasto incredulo e scandalizzato da questa iniziativa confusa ed estemporanea del Ministero - osserva -, che non è stata condivisa con gli Enti locali. Sembra proprio una manovra da burocrati di palazzo, che con l'aiuto di qualche 'maninà locale ha partorito uno strafalcione, viziato da evidenti profili di incostituzionalità».

«Come si può solo pensare - prosegue - di proporre tali testi normativi senza consultare il Comune di Venezia, la Città Metropolitana e la Regione Veneto?. Sono d'accordo con il Presidente della Regione Veneto e da oggi saremo insieme in battaglia, perché una tale assurdità non venga mai approvata. Ricordiamo che, da quattro anni, come Città Metropolitana - rileva Brugnaro - aspettiamo dal Governo l'autonomia delle competenze su tutte le acque lagunari, stabilita da una legge dello Stato e, per tutta risposta, oggi ci propongono questa forma di statalismo raffazzonato».

«Tra le tante stupidaggini, - sottolinea - hanno anche inventato una nuova società di gestione del Mose che, per finanziarsi, non fa altro che mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Quante volte dovremmo pagare il Mose? Una volta come veneziani, la seconda come cittadini metropolitani, la terza come veneti, la quarta come italiani? Tutto questo è inaccettabile. Valuteremo, anche a fianco della Regione, - conclude - ogni iniziativa prima politica e poi, qualora fosse necessario, anche giudiziaria, per contrapporci a queste assurdità.»

FORZA ITALIA

«Iniziata la ritorsione del Movimento 5 Stelle contro le regioni che hanno chiesto l'autonomia. I grillini, infatti, vogliono a tutti i costi scaricare i costi che dovrebbe sostenere lo Stato per il dossier Mose tassando i veneti nonostante la differenza tra quanto annualmente versano al fisco e quanto ricevono dallo Stato sia di circa tre miliardi di euro». Così i deputati veneti di Forza Italia, Piergiorgio Cortelazzo, Dario Bond e Raffaele Baratto. «È chiaro che si tratta di una provocazione inaccettabile - sostengono - che ci convince ulteriormente della necessità di ottenere l'autonomia».

«Le tensioni del governo si scaricano anche sul dossier Mose. Sarà una prova di forza tra Lega e Movimento 5 Stelle o un altro gioco delle parti? In ogni caso la conseguenza di questo insostenibile balletto la pagano gli italiani» dice il presidente di FI alla Camera, Mariastella Gelmini

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