Teatro o aula bunker, si cerca già la sede
Il tribunale non basta per contenere tutti. Il presidente Rizzo pensa anche alle videoconferenze

VICENZA. Il teatro, l’aula bunker di Mestre o quella di Padova, il palazzetto dello sport o quello della Fiera. Sono soltanto alcune delle ipotesi fatte ieri in tribunale a Vicenza quali possibili sedi per la celebrazione del processo Bpvi. Perché una cosa è stata chiara fin da subito: l’aula C
(in foto)
, la più grande del Palazzo di Giustizia berico, è del tutto insufficiente a contenere le parti civili che si sono costituite e che, se ammesse, potrebbero decidere di partecipare all’udienza. Lo ha detto chiaro e tondo il gup Roberto Venditti, il giudice arrivato a Vicenza da Udine (dove era apprezzatissimo) che dovrà decidere ora se prosciogliere o rinviare a giudizio gli otto imputati.
Ieri il magistrato che ha gestito con decisione e rapidità un’udienza decisamente complicata, non ha nascosto le preoccupazioni per il futuro con riferimento appunto al reperimento della sede più idonea per le udienze. Molte le ipotesi sul tavolo, ciascuna con pro e contro. L’aula bunker potrebbe essere adeguata per spazi, ma risulta decisamente cupa rispetto al tipo di processo che in questo caso si va a celebrare. Il teatro di Vicenza è una location perfetta per dimensioni, ma dovrebbe essere allestita sotto il profilo logistico. La soluzione del palazzetto della Fiera risolverebbe in un istante la questione della capienza, ma in questo caso il calendario delle udienze dovrebbe tenere conto di quello delle manifestazioni fieristiche, il che naturalmente non è il massimo.
Il problema è all’esame del presidente del tribunale Alberto Rizzo che ha studiato per mesi l’organizzazione al fine di garantire udienze all’insegna della sicurezza e dell’efficienza. E ieri il magistrato ha trascorso l’intera mattinata tra processi e sopralluoghi nell’area dedicata alla Bpvi, proprio per controllare che tutto procedesse nel migliore dei modi.
«Una delle possibili soluzioni», ha spiegato Rizzo, «è quella delle videoconferenze: una pluralità di aule collegate tra loro in videoconferenza». E un’esperienza in tal senso è stata già fatta, proprio dal tribunale di Vicenza. La questione dovrà essere risolta comunque dopo venerdì, quando si conoscerà con precisione il numero delle parti civili costituite a Vicenza.
(s.t.)
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