Tegola politica su Tosi, 9 arresti all’Agec

VERONA. Terremoto giudiziario per un'azienda del Comune di Verona, proprio mentre il sindaco Flavio Tosi inizia a girare l'Italia come candidato alla leadership del centrodestra. Come ai tempi di Tangentopoli, e in qualche modo anche come l'operazione "Pantano" che scuote Padova. Ieri mattina la Guardia di Finanza ha notificato nove ordinanze di custodia cautelare, cinque ai domiciliari, quattro in carcere per dirigenti di Agec, l’azienda del Comune che gestisce alloggi popolari, immobili di pregio, farmacie, cimiteri e refezione.
Le ipotesi di reato, a carico degli arrestati, vanno dalle fattispecie di peculato, corruzione, e abuso d’ufficio a quelle di turbata libertà in procedure di appalto e falsità in atti.
Un anno è durata l’indagine partita da un esposto depositato il 24 ottobre 2012 da quel Michele Croce che era diventato presidente dell’Agec e poi, entrato in rotta di collisione con i dirigenti e con il sindaco Tosi, venne sfiduciato dal Cda e revocato il 6 novembre 2012.
In questo anno la Finanza ha raccolto tanto materiale da far emettere al giudice per le indagini preliminari di Verona, Paolo Scotto Di Luzio i provvedimenti che riguardano soprattutto gli appalti per la ristorazione e le mense scolastiche, vinti dalle ditte Serenissima Rti spa e Velox servizi srl. Per Serenissima l’appalto riguardava 28 milioni di euro.
I provvedimenti, adottati nell’ambito dell’inchiesta, denominata Anacleto (il gufo parlante di mago Merlino), coordinata dal sostituto procuratore Gennaro Ottaviano, riguardano: Sandro Tartaglia, direttore generale di Agec; Stefano Campedelli, direttore Agec per i servizi istituzionali; Francesca Tagliaferro, dirigente Agec per l’area legale; Giovanni Bianchi, dipendente Agec per il settore dei servizi informatici; Alessia Confente, dirigente Agec, per l’area del servizio farmaceutico; . Davide Dusi, dipendente Agec, responsabile del servizio di polizia mortuaria; Giorgia Cona, dipendente Agec, per il settore del controllo di gestione e qualità; Luisa Fasoli, dirigente Agec, per l’area della refezione e ristorazione; Martin Klapfer, imprenditore di Bressanone, operante nel settore immobiliare.
Per Tartaglia, Campedelli, Tagliaferro e Klapfer è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Per gli altri indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Martin Klapfer, l’imprenditore di Bressanone in provincia di Bolzano finito in carcere assieme a dirigenti dell’Agec si era aggiudicato l’appalto per la realizzazione di alloggi residenziali pubblici a Fondo Frugose (quelli destinati a forze di polizia e vigili del fuoco).
«Non è una bella notizia, aspettiamo di avere qualche elemento in più» afferma il sindaco, aggiungendo parole di apprezzamento per l’arrestato eccellente, il direttore generale Tartaglia. «Lo conosco da quasi vent’anni, è stato direttore con questa amministrazione, con quella precedente e con quella prima ancora. Ha lavorato con tanti presidenti, è un uomo delle istituzioni... Sarebbe un errore», aggiunge, «condannare ancor prima di avere accertato i fatti. L’unico collegamento tra i diversi filoni d’indagine è che si tratta della stessa azienda. Siamo in una fase iniziale, ci sono tanti funzionari pubblici coinvolti non vorrei che si buttasse la croce addosso a qualcuno, salvo scoprire poi che si tratta di tutt’altro».
«Gli arresti di oggi all'Agec confermano le mie accuse, a riprova che forse non erano fantasie come qualcuno molto autorevole aveva sostenuto». L'ex presidente di Agec, «Prima ancora di recarmi in Procura - spiega Croce - avevo informato i vertici dell'amministrazione comunale del quadro desolante che stava emergendo, ma invece di ascoltarmi e adottare contromisure si precipitarono a defenestrarmi da presidente dell'Agec». «Il tutto - quando iniziai a chiedere chiarimenti su aspetti che mi sembravano inquietanti».
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