Terrorismo in Thailandia, farmacista padovano: «Sto bene, ma quelle esplosioni...»

Nell’inferno di Bangkok anche Nicolò De Marchi, 33 anni, farmacista titolare dell’omonima Parafarmacia nel quartiere della Guizza

PADOVA. Un padovano nell’inferno di Bangkok. Nicolò De Marchi, 33 anni, farmacista titolare dell’omonima Parafarmacia nel quartiere della Guizza, ieri si trovava nella capitale thailandese al momento dello scoppio della bomba davanti al tempio induista di Erawan.

«Stavo facendo il bagno nella piscina sul tetto dell’hotel Nouvo City, nel cuore della città» racconta il farmacista padovano, che è partito alla volta di Bangkok la scorsa settimana con un gruppo di Viaggi Avventure nel mondo. «Insieme a me c’erano alcuni miei compagni di viaggio, eravamo rilassati, con lo spirito di chi si sta godendo la vacanza, quando improvvisamente abbiamo sentito un susseguirsi di esplosioni, di cui una, l’ultima, molto forte. Uno, due, tre botti, poi un boato e infine lo scoppio più fragoroso. Erano le 19 ora locale, le 14 in Italia, e nessuno dei turisti presenti sul rooftop dell’hotel thailandese lontanamente immaginava quello che stava accadendo di sotto, a poche centinaia di metri. Non ci siamo immediatamente resi conto fosse successo qualcosa di grave, Abbiamo pensato tutti si trattasse di esplosioni collegate ai fuochi». La consapevolezza di essere scampati a una tragedia è arrivata quasi subito. Qualche attimo dopo, quando i telefoni cellulari del gruppo di vacanzieri e del padovano Nicolò De Marchi hanno cominciato a ricevere raffiche di messaggi dall’Italia: «Tutto bene? , Dove siete?, Dimmi che è tutto ok».

Messaggi colmi di preoccupazione di amici, di parenti, di chi aveva appena ricevuto la notizia dello scoppio della bomba di fronte al celebre tempio induista di Erawan, nel quartiere di Chidlom, una delle mete turistiche più frequentate. «Solo in quel momento abbiamo realizzato che a poche centinaia di metri da noi si era verificata una tragedia», continua scosso da Bangkok Nicolò De Marchi.

«Potevamo esserci noi davanti al tempio induista e in questo momento non saremmo stati qua a dare la nostra testimonianza». Il farmacista padovano è rimasto sulla terrazza dell’hotel insieme al resto del gruppo fino alle 21.30 della sera, ora locale. «Volevamo andare a vedere la zona dell’esplosione ma ci hanno consigliato di non muoverci dall’hotel perché diverse strade erano state chiuse».

 

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