Tim elimina la rete in rame in Veneto e spinge sulla banda ultralarga: dismesse tre centrali
Si trovano a Verona, Sommacampagna e Selvazzano Dentro e fanno parte del primo lotto di 62 centrali che verranno spente a livello nazionale. I clienti saranno connessi alla banda ultralarga

Si trovano in Veneto 3 delle 62 centrali interamente in rame interessate dal processo di dismissione che TIM avvierà a partire da sabato 25 maggio su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è quello di favorire l’adozione delle nuove tecnologie in fibra ottica e accelerare il processo di digitalizzazione del Paese.
Prende così il via anche in Veneto il piano di switch off della rete di accesso in rame che prevede il progressivo spegnimento di oltre 6.700 centrali, sulle circa 10.500 esistenti, entro il 2028. In questa prima fase, saranno coinvolte le centrali in rame che si trovano a Verona, Sommacampagna e Selvazzano Dentro.
Le 62 centrali oggetto di questo primo intervento sono collocate in 54 comuni distribuiti su 11 regioni. Oltre al Veneto, sono interessate anche Basilicata, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Molise, Puglia, Sicilia e Toscana e Veneto. Lo spegnimento comporta il passaggio dei collegamenti attestati su queste centrali (Adsl, Isdn e linee telefoniche Rtg) sulla rete TIM di nuova generazione, già disponibile totalmente o in parte in fibra.
«Diamo corso ad una importante fase di trasformazione della nostra rete di accesso – dichiara Elisabetta Romano, responsabile TIM -. La migrazione dai servizi di accesso offerti sulla rete in rame a quelli disponibili sulla rete di nuova generazione segna l’avvio del processo di switch off, che interesserà oltre il 60% delle nostre centrali presenti sul territorio, localizzate prevalentemente in aree periferiche o comuni di piccole dimensioni. Per poter dismettere un numero così consistente di centrali diventa fondamentale il costante impegno alla realizzazione delle reti che utilizzano in tutto o in parte la fibra ottica ed all’innovazione delle piattaforme tecnologiche obsolete. Stiamo lavorando per accelerare il processo e creare le condizioni per spegnere un significativo numero di centrali già nei prossimi due anni».
La migrazione dei clienti verso connessioni in banda ultralarga permetterà un significativo miglioramento delle prestazioni e della qualità del servizio, con consistenti benefici anche in termini di impatto ambientale. Si stima, infatti, che la dismissione delle centrali in rame, che comporterà anche il contestuale spegnimento di tutti gli apparati legati ai servizi tradizionali presenti nelle altre centrali ad esse collegate, consentirà a regime una riduzione dei consumi energetici di circa 450 mila MWh e minori emissioni di CO2 per 209.600.000 kg, equivalenti a 16.108.000 alberi.
Gli interventi di adeguamento tecnologico sono stati approvati dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCom) nell’ambito del più ampio piano generale di rinnovamento delle tecnologie, che prevede la progressiva dismissione delle centrali della rete in rame.
TIM, infine, nei mesi scorsi ha inviato un’apposita informativa a tutte le amministrazioni comunali nei cui territori ricadono le centrali interessate dall’iniziativa, organizzando anche specifici incontri di approfondimento sul tema.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova