Toninelli: la tassa sul Mose non la pagheranno i veneti

Dietrofront del ministro delle Infrastrutture: "Sono convinto che Zaia e Brugnaro saranno d'accordo". L'ira delle categorie sull'ipotizzato prelievo forzoso sui turisti
Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli, in una immagine dell'11 dicembre 2018. .ANSA/ANGELO CARCONI
Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli, in una immagine dell'11 dicembre 2018. .ANSA/ANGELO CARCONI

VENEZIA. «È giunto finalmente il momento di portare a conclusione l'opera del Mose, lo faremo attraverso un commissario governativo, e soprattutto di dare attraverso un soggetto pubblico la manutenzione e la gestione nei decenni a venire».

Tassa di scopo sul Mose: l'ira di Zaia e Brugnaro su Toninelli

Lo ha affermato stamani il ministro delle infrastrutture e trasporti, Danilo Toninelli, in una dichiarazione al Gr Rai del Veneto. «Questo - ha precisato Toninelli - è il significato dell'emendamento proposto dal Mit e sono convinto che saranno d'accordo anche Zaia e Bruignaro, perché non grraverà sulle tasche dei cittadini veneti ma sarà una struttura che finalmente potrà rendere efficiente ciò che di efficiente fino ad oggi non è mai stato».

M5s Veneto. «Abbiamo trovato le macerie, dopo il terremoto Mose che ha colpito il Veneto con tutti i fatti di corruzione che hanno portato alle condanne di Galan e soci. Ora dobbiamo portare a termine il
Mose e pensare alla fase di manutenzione futura».

Lo afferma il parlamentare bellunese Federico D’Incà (M5S), in merito alle considerazioni espresse dalla Lega sulla proposta avanzata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

«Per questo guardiamo con fiducia alla futura nomina di un commissario che, agendo a un livello superiore rispetto ai due amministratori straordinari, porterà finalmente a termine un’opera simbolo, a livello nazionale, dell’inerzia, dello spreco e del malaffare».

Il deputato del Movimento 5 Stelle ha poi ringraziato il governo che «sta intervenendo per trovare una soluzione a un unicum gestionale attraverso un nuovo modello di società di gestione e manutenzione del Mose che, ricordo a tutti, di sola manutenzione costa 100 milioni di euro all’anno!» «Si tratta di una cifra elevatissima», ha osservato D’Incà, «che si aggiunge ai 5,5 miliardi di euro già stanziati negli ultimi 20 anni per realizzare l’opera».

«L’emendamento, una proposta per ora solo sul tavolo del Governo, non graverà come tassa di scopo sui veneti, ma peserà sulla fiscalità generale», ha concluso, «abbiamo avuto rassicurazioni dirette da parte del ministro che ringraziamo per aver affrontato di petto il futuro del Mose, per troppo tempo dimenticato da chi oggi fa polemica».

 «Sorprende la reazione del presidente della Regione Veneto Luca Zaia e quella del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro sulle novità relative al Mose, la mega-opera che ha rappresentato fino ad oggi un disastro per la nostra Regione e che ora cerchiamo di gestire al meglio, nell'interesse di tutti».

Lo dice la deputata M5s Francesca Businarolo. La nomina di un commissario con poteri superiori ai due amministratori straordinari «porterà finalmente a termine quest'opera simbolo dell'immobilismo della politica e del malaffare - aggiunge - del resto il caso Galan è una ferita ancora aperta per la nostra terra. Il governo, inoltre, ci assicura che sta lavorando per trovare una soluzione adeguata per la gestione del
Mose che costa cento milioni l'anno di manutenzione e gestione».

«Ricordo, inoltre, che il modello di copertura finanziaria - sottolinea - è al momento aperto e le modalità saranno condivise con le commissioni competenti e gli enti coinvolti». Per Businarolo «finalmente dal governo c'è un impegno importante per rendere il Mose una infrastruttura efficiente e gestibile con la massima trasparenza. Sono certa che il governatore Zaia lo sa bene, smetta di avanzare critiche sterili e collabori nell'interesse pubblico».

Il ministro Centinaio. «Sul Mose non si devono mettere le mani nelle tasche dei turisti. Non esiste da nessuna parte che un’infrastruttura nazionale debba essere finanziata perpetrando un vero e proprio furto a danno di tutti coloro che vengono a visitare Venezia».

È quanto dichiara Gian Marco Centinaio, ministro delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. «Vado ripetendo da mesi di essere contrario alla tassa di soggiorno, che sia di scopo e non per coprire i buchi dei comuni, e dall’oggi al domani viene architettata una vera e propria follia: una tassa per sovvenzionare una struttura pubblica!. Mi batterò in tutti modi affinché venga ritirato immediatamente questo provvedimento dello ’sblocca cantierì. Sembra che qualcuno le stia pensando tutte per cacciare i turisti dal Veneto e da Venezia: prima la tassa di sbarco, poi i tornelli, ora questo. L’ho già detto e lo ripeto: vogliamo diventare un Paese turistarepellente?», conclude il ministro.

Confturismo. «C’è del metodo in questa follia? Sembra un delitto premeditato». A dirlo, commentando l’ipotesi di una tassa di scopo per coprire una parte delle spese di mantenimento del Mose, è il presidente di Confturismo Veneto, Marco Michielli.

«Fra tassa di soggiorno, che non si è ancora capito dove vada a finire, e balzelli vari, il turismo sta diventando una sorta di bancomat dove sono sempre i soliti a depositare e dal quale può prelevare chiunque, nella pubblica amministrazione, si trovi in difficoltà - ha aggiunto - Se vogliamo affossare definitivamente il settore, questa è la via giusta. Così, mentre lo Stato egiziano paga i voli ai turisti diretti lì, quello italiano gli rovista nel portafoglio».

«Dice bene il ministro Centinaio: sembra che qualcuno le stia pensando tutte per cacciare il turismo, soprattutto quello di qualità, dal Veneto e da Venezia», conclude Michielli.

Albergatori. «È ora di finirla, è evidente che il ministro Toninelli non ha ben chiaro quale sia il suo ruolo, in termini governativi. Ed è altrettanto evidente che, in quanto al Mose, non sa di cosa sta parlando»: lo dice il presidente dell'Associazione Veneziana Albergatori, Vittorio Bonacini, sulla decisione del governo che, nel prevedere una figura commissariale per concludere il Mose, prefigura anche una sorta di agenzia pubblica per la gestione e manutenzione dell'opera, i cui costi (circa 100 milioni l'anno) dovrebbero essere finanziati in parte da una tassa di scopo che andrà a gravare sui turisti.

«La proposta è inaccettabile: un'opera iniziata dallo Stato che deve essere seguita e gestita dallo Stato - afferma -. Scaricare sul turismo tutta una serie di costi mai preventivati, andando a chiedere il denaro ai visitatori che già pagano l'imposta di soggiorno e sostengono la nostra economia, è un'ipotesi non percorribile».

Gli albergatori di Venezia si augurano che la tassa di scopo sui turisti si fermi in parlamento. «Spero che tale demenzialità non trovi spazio all'interno della manovra di governo - rileva Bonacini -. Andrebbe infatti a gravare su un sistema che già contribuisce in modo importante e decisivo all'economia della città. Questo provvedimento dovrà passare per Camera e Senato e noi ci rivolgeremo anche ai nostri parlamentari: si schierino dalla parte della città chiedendo allo Stato di prendersi le proprie responsabilità».

L'associazione appoggia la levata di scudi di Comune, Città metropolitana e Regione che chiedono che a pagare non siano ancora i cittadini veneziani e veneti.

«Lo Stato si prenda la responsabilità della sua opera - sottolinea Bonacini -. Siamo in presenza di un un governo che non è in grado di gestire una realtà complessa come l'Italia e credo sia ora di voltare pagina. Preoccupano infatti, e non poco, anche i segnali che giungono dall'estero. Si guarda all'Italia con grande preoccupazione, non come un Paese in cui continuare a investire. Il nostro è un Paese dalle risorse culturali infinite ma mal gestite e in cui la parola affidabilità risulta un concetto ignoto».

Infine un riferimento al ministro Toninelli. «È evidente che non conosce l'argomento di cui parla. Se immagina il ponte Morandi come un luogo di aggregazione per grandi e bambini - conclude - dobbiamo aspettarci che il ministro faccia altrettanto con il Mose?».

Moretti, Pd. - «Tasse sul Mose? Un'altra vergogna Lega-Cinque Stelle che continuano a litigare su tutto, alzando il prezzo che poi devono pagare il Paese. L'emendamento del ministero delle Infrastrutture al decreto Sblocca cantieri è irricevibile».

Così Alessandra Moretti consigliera regionale del Partito Democratico commenta la proposta del Governo di 'compartecipazionè alle spese della manutenzione delle dighe mobili da parte delle amministrazioni locali, stimate in circa 100 milioni l'anno, con l'inserimento di una tassa di scopo. «È un'idea irricevibile, i veneti hanno pagato fin troppo per quest'opera sotto ogni punto di vista. Certo - aggiunge Moretti - anche questo vergognoso provvedimento dimostra come Salvini scappi dal Nord e cerchi maggiore radicamento al sud, sottoscrivendo i provvedimenti voluti dal M5S.

«Il Nord, dopo tanta propaganda, si aspettava l'autonomia e la riduzione delle tasse; mentre si ritrova il reddito di cittadinanza e adesso anche la tassa sul Mose. Questo Governo sta mettendo le mani nelle tasche degli italiani e lo fa continuando a raccontare bugie. E intanto aumentano le tasse locali: una scelta che penalizza le fasce più deboli, costrette poi a pagarsi i servizi, dagli asili ai trasporti alla sanità».

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