Totoministri, fra i veneti in pole c’è Nordio. Ecco gli altri papabili
Ad aprire il rubinetto dell’acqua fredda ci ha provato Guido Crosetto. «Se qualcuno pensa di fare il nuovo esecutivo con in mano il manuale Cencelli o piantando bandierine di partito su sedie e seggiole, sbaglia di grosso. Il governo Meloni sarà costruito scegliendo le migliori energie italiane» ha detto a Il Messaggero e Qn Guido Crosetto, consigliere di Giorgia Meloni e co-fondatore di Fratelli d’Italia. Ci ha provato, perché tra auto candidature e reali papabili il parterre dei possibili ministri del governo Meloni pare già molto affollato. Anche e solo limitandosi alla possibile rappresentanza veneta.
Uno dei nomi in cima alla lista dei desiderata di FdI, non c’è dubbio, è quello di Carlo Nordio, trevigiano classe 1947, magistrato dal 1977 al 2017, è stato procuratore aggiunto di Venezia. Sue le inchieste sul Mose e successivamente quella sulle cooperative rosse. Negli anni Ottanta condusse le indagini sulle Brigate Rosse venete e sui sequestri di persona e negli anni Novanta indagò sui reati di Tangentopoli. Nordio si è già detto «tentato» dal possibile incarico. Resta da vedere se in nome della “responsabilità” Meloni non sia costretta a considerare anche Giulia Buongiorno, appena rieletta con la Lega ma già deputata di Alleanza Nazionale.
Tra i nomi che entrano nella rosa dei valutabili c’è anche quello della padovana Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente uscente del Senato che ha saputo confermarsi tra gli eletti in Basilicata. La sua esperienza nelle istituzioni, viene osservato, potrebbe valerle una posizione nel governo di coalizione che la leader di Fratelli d’Italia sarà chiamata a formare. Per il Viminale una valutazione potrebbe riguardare Adolfo Urso, padovano di madre veneta e padre era siciliano, senatore confermato di Fratelli d’Italia e presidente del Copasir, organismo di controllo del Parlamento sui servizi segreti. Altro nome di peso, quello di Elisabetta Belloni (padovana d’adozione) per gli Esteri, dal 2021 direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, il dipartimento presso la Presidenza del Consiglio con compiti di coordinamento e vigilanza sulle attività dei servizi segreti italiani.
Detto del no di Luca Zaia, un altro nome veneto possibile da pescare in casa Lega è quello di Erika Stefani, già ministro per gli Affari regionali e le autonomie e per le Disabilità (in carica). Outsider? Luca De Carlo, plenipotenziario veneto di Meloni, si è detto «pronto»
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