Transpolesana, 83 km di buche

VERONA. Quasi 83 chilometri a doppia corsia per collegare Verona e Rovigo: l’ovest più lombardo del Veneto con la città delle rose che diede i natali ad Antonio Bisaglia e Gianantonio Cibotto.
Il percorso, che inizia a Verona allacciandosi alla tangenziale Sud tra le uscite dell'autostrada A4 di Verona Sud e Verona Est (tra lo stabilimento della Vicenzi e Melegatti) attraversa i comuni della bassa veronese, entra in provincia di Rovigo nel comune di Giacciano con Baruchella per terminare in una rotatoria di Borsea. La realizzazione della SS434 avvenne a fine degli anni Ottanta. Oggi la gestisce Anas.
«Ricordo perfettamente l’avvio del primo lotto della Transpolesana. Erano 3 miliardi e 600 milioni di vecchie lire per realizzare sette chilometri fino a Villamarzana» racconta Giulio Veronese, rodigino, ex assessore regionale all’Agricoltura ai tempi della Dc, nel volume “Statale Undici. Le strade che hanno fatto il Nordest” del collega Daniele Ferrazza. «Ma di questa strada è importante capirne la logica» spiegava il delfino di Bisaglia.
Il primo studio infrastrutturale data 1966 e porta la firma di Innocenzo Gasperini. Il sistema previsto doveva completarsi con il prolungamento della statale fino alla Romea (a Porto Viro) e al Delta. Dal Nord sarebbe arrivata la Valdastico e poi c’era da collegare la Bologna-Padova.
Finora alla SS434 si sono incrociate l’A13 con il casello “made in Galan” aperto a Villarmarzana nel 2007, e la Valdastico sud all’altezza di Badia Polesine. La grande opera Nogara-mare è rimasta nel libro delle incompiute. Ma questo non ha fermato il colosso tedesco del discount Aldi che ha aperto mesi fa la sua sede logistica proprio lungo la SS434 dove trovano sede anche uno stabilmento Calzedonia (Sandro Veronesi partì proprio da Oppeano), il Gruppo Riello, l’industria Dolciaria Borsari, la storica pasticceria Perbellini e lo stabilimento Coca ColaHBC.
La Transpolesana è strada nota per la storica incidentalità, fenomeno diminuito negli ultimi anni grazie ai guard-rail inseriti lungo l'intero percorso. Si è asfaltato fino a poche settimane fa per migliorare il mal messo manto stradale che si presenta come un puzzle di bitumi stratificati con crepe e buche.
Era e rimane una strada pericolosa la 434, specie in presenza di pioggia e temporali per l’acquaplaning. Un tempo il limite era di 110 km/h sull’intero percorso ma le difficili condizioni di percorrenza hanno reso un terno al lotto capire a che velocità si deve viaggiare, perché la segnaletica passa dai 70 ai 90 ai 110 km/h quasi ogni due minuti.
Non sono presenti autovelox fissi ma è assai probabile, specie in provincia di Legnago, trovare automobili della polizia appostate. È una statale, la Transpolesana, che ha tolto diversi denari ai portafogli dei meno attenti automobilisti.
Ma oltre al degrado del manto e le multe, ci sono due fattori che fanno della SS434 una delle strade meno ben tenute in regione. Il primo è la presenza di vere e proprie discariche a cielo aperto in prossimità delle poche piazzole di sosta: quando l’abbiamo percorsa noi abbiamo trovato addirittura un intero set di poltrone e divani. L’altra questione riguarda i distributori di carburante quasi tutti chiusi e recintati, divenuti discariche pieni erbacce. L’ex Provincia di Rovigo, anni fa, diffidò la prefettura e l'Anas a provvedere, ma Anas rispose al mittente e invitò tutti i sindaci interessati a rimuovere da soli i rifiuti, appellandosi al Codice della strada.
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