Tre insegnanti di un collettivo vicentino arrestati e poi liberati in Bulgaria per aver soccorso migranti

I tre appartengono al Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino, erano stati trattenuti nella stazione di polizia di Malko Tarnovo con l’accusa di traffico di esseri umani. «Abbiamo solo  salvato tre migranti dall’ipotermia»

L'incontro nel bosco con i migranti nella foto postata dal professore del Collettivo Vicentino
L'incontro nel bosco con i migranti nella foto postata dal professore del Collettivo Vicentino

Tre insegnanti torinesi appartenenti al Collettivo Rotte Balcaniche Vicentino sono stati arrestati in Bulgaria per aver soccorso migranti e poi liberati.

Simone Zito, insegnante 38enne, ha raccontato su Facebook la drammatica esperienza vissuta in Bulgaria insieme a due colleghe durante le vacanze natalizie.

I tre, attivisti del Collettivo Rotte Balcaniche, – come riporta  il quotidiano La Stampa -sono stati fermati dalla polizia dopo aver prestato soccorso a tre giovani migranti marocchini in difficoltà.

«Trattamenti disumani e frontiere tritacarne», ha accusato professore di Chieri arrestato con altri due attivisti in Bulgaria.

Il post del Collettivo

Il 24 dicembre

Il 24 dicembre il gruppo di insegnanti, dopo un viaggio di 40 ore attraverso l'Europa, ha ricevuto una richiesta di aiuto. In un bosco ha trovato tre giovani, uno dei quali in condizioni critiche: «Semi incosciente e in iniziale stato di ipotermia», riporta Zito. Gli attivisti hanno rassicurato i migranti terrorizzati prima di allertare i soccorsi,  hanno garantito che la loro presenza avrebbe impedito maltrattamenti da parte della polizia bulgara.

Ma il gesto umanitario è costato caro ai tre professori.

Sono stati condotti alla stazione di polizia di Malko Tarnovo, due di loro sono stati ammanettati e tutti sono stati rinchiusi in una stanza descritta da Zito come «spoglia, molto sporca e con la finestra senza infissi». Durante gli interrogatori, gli agenti hanno usato frasi come: «Qui in Bulgaria sappiamo come far tornare la memoria» e minacce di accuse per traffico di esseri umani.

 

Il Collettivo Rotte Balcaniche

Il Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino, sodalizio informale che si occupa di sostegno ai migranti, ha pubblicato il resoconto completo della vicenda il 3 gennaio. La detenzione è durata una notte intera, in condizioni igieniche precarie, in quello che gli attivisti sospettano essere uno dei luoghi dove vengono abitualmente reclusi i migranti. Nonostante le pressioni per firmare documenti in bulgaro, il gruppo si è rifiutato di farlo.

«Siamo abbastanza sicuri di aver salvato stanotte tre persone e di aver dovuto fare un po' di galera per questo. Oggi, in Europa, va così. Siamo sereni», conclude il racconto degli attivisti. 

 

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