Treviso, chiodi sulle carreggiate: odissea in auto nella notte

Centinaia le vetture rimaste imprigionate. L’intervento della Protezione civile per soccorrere con acqua e coperte gli automobilisti fermi in coda
borin agenzia foto film silea assalto porta valori
borin agenzia foto film silea assalto porta valori

TREVISO. L’inseguimento. Le mitragliate. I chiodi sull’asfalto. Il terrore. La striscia d’asfalto tra i cavalcavia della Treviso mare e quello di Nerbon, a Silea, si è trasformata nella scena di una delle più spettacolari rapine che la Marca abbia mai vissuto. Pochi chilometri più avanti altra scena simile, ma con solo tre veicoli coinvolti: un portavalori e le auto dei banditi. Tutto calcolato al millimetro, al secondo, un piano organizzato nel dettaglio. Che ha mandato il tilt la viabilità - l’A27 chiusa in entrambi i sensi di marcia - costringendo migliaia di automobilisti a restare in coda fino a tarda notte o, scendere a guardare gli pneumatici dilaniati, o venir soccorsi dopo lo shock della rapina.

L’A/27. L’odissea, quella vera,è stata vissuta da chi si trovava in autostrada proprio negli istanti della rapina. Inevitabili, a quel punto, le lunghissime code che si sono sviluppate sull’A27: chi era già in autostrrada, entrato a Mogliano dal Passante o a Venezia Nord, si è ritrovato paralizzato. Fermo. Impossibile uscire a Silea, tanto che la protezione civile ha mandato panini caldi e bibite per gli automobilisti in coda. Impossibile muoversi da Treviso Nord. Entrambi i sensi di marcia sono stati chiusi per consentire alla scientifica di compiere ogni tipo di rilievo utile sui furgoni usati a mo’ di “scudo” e sulle auto cariche di chiodi. Autostrada chiusa funo a tarda notte, le auto sono state fatte defluire lentamente attraverso le corsie d’emergenza.

La rotatoria di Silea. Alle 19 i carabinieri erano già arrivati al casello di Treviso Sud. La tempistica è stata decisiva per evitare un ingorgo di carattere monumentale: le forze dell’ordine hanno deciso, inizialmente, di tenere aperto l’ingresso dell’autostrada, bloccando ovviamente il tratto in direzione Belluno - tra l’altro tempestato di chiodi, appena dopo la rampa di innesto - dove era stata tentata la rapina, ma facendo scorrere il traffico entrante in direzione Venezia. Questo per evitare di bloccare ulteriormente il traffico (era il probabile piano dei banditi, per garantirsi un’ulteriore ostacolo al proprio inseguimento) e organizzare le ricerche. Una decina di minuti dopo veniva chiuso il raccordo verso il casello da una striscia di plastica bianca e rossa: autostrada chiusa. Inevitabile, a quel punto, che la rotatoria di Silea si trasformasse in una sorta di rodeo, con slalom per evitare schianti e poliziotti.

Via Risorgive. Sono scappati da qui, una strada che ancora oggi dev’essere ultimata, nella zona artigianale di Olmi: via Risorgive. Perfetta per appostarsi con un’auto pronta all’uso perchè vicinissima - meno di un centinaio di metri - dall’autostrada. Facilissima da raggiungere a piedi - passando da un varco magari realizzato per tempo - o addirittura grazie a un fuori strada. Da qui i rapinatori sono scappati, dirigendosi verso la rotatoria di Olmi. Qui il traffico non ha subito grosse ripercussioni: le forze dell’ordine impiegate sono riuscite rendere scorrevole il traffico.

La Treviso mare. Prima delle 20 una segnalazione fa scattare tre volanti della Polstrada che erano schierate lungo la rotatoria di Silea: le tre pattuglie, a sirene spiegate, hanno imboccato la Treviso mare in direzione Meolo, una strada che era comunque di difficile percorrenza a causa dei tantissimi curiosi che rallentavano - fino a fermarsi - sul cavalcavia che passa proprio sopra l’autostrada da dove si vedeva la scena del primo assalto dei banditi. Caos, ovviamente, per quanti arrivavano da Roncade: dopo le 19 la rotatoria di Silea ha iniziato a singhiozzare, e fino al rondò di via Pantiera c’era un lungo serpentone.

L’A4. Un piano all’apparenza perfetto (il bottino infatti è rimasto una chimera), che potrebbe aver trovato conclusione lungo la Venezia-Trieste: a Meolo, infatti, è stato ritrovato un furgone probabilmente usato dai ladri per la fuga. Potrebbero quindi aver ancora cambiato veicolo e aver poi imboccato il casello dell’A/4 a Roncade. La zona è stata controllata palmo a palmo dai carabinieri e della polizia a caccia di ogni tipo di indizio in grado di ricondurre all’identità dei banditi.

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