Treviso: far west in A27, rapina a un portavalori

TREVISO Incredibile assalto armato a due portavalori della Civis ieri sera alle 18.40 lungo la A27 nei pressi del casello di Treviso Sud.
In azione un commando organizzatissimo e preparato, formato da diverse persone con il volto incappucciato da passamontagna, armate di mitragliatori che hanno bloccato l’autostrada con due Tir, inseguito i portavalori seminando chiodi e sparando con i mitra.
Puntavano ad un bottino di oltre 3 milioni di euro: ma secondo la Civis il colpo non sarebbe riuscito e il denaro si sarebbe «salvato» grazie a un sistema a schiuma.
Ferite due delle cinque guardie armate che viaggiavano nei mezzi portavalori. Si tratta di due dipendenti Civis, residenti nel Veneziano.
Si sono finti agenti. Nulla è stato lasciato al caso. L’assalto è iniziato ben prima degli spari e dei chiodi.
A bordo di una Fiat 500 L nera con tettuccio bianco con un lampeggiante il commando è entrato in azione fermando un camion intestato ad una ditta di Padova che viaggiava da Venezia per Conegliano prima della barriera di Treviso Sud.
I banditi hanno obbligato il conducente ad accostare fingendosi agenti delle forze dell’ordine poi sono scesi, armati; quando hanno visto passare la colonna della Civis composta da due portavalori - obbligatoria nel caso di trasporti superiori a una certa cifra - hanno messo il mezzo pesante di traverso per bloccare la strada alle sue spalle. Da lì sono ripartiti seminandosi alle spalle chiodi a tre punte mentre una identica operazione veniva effettuata all’altezza di Treviso nord, in direzione Venezia, per bloccare anche l’altra parte dell’autostrada.
L’assalto a mitragliate. Bloccata l’A27, è scattata la fase più violenta del colpo. Una seconda parte del commando aspettava la colonna della Civis a bordo strada su un Range Rover Evoque e un Porsche Panamera, quando l’ha vista sfilare (e qui arriviamo quasi all’altezza di Treviso Sud) è partita a tutto gas sfoderando i mitra. Una delle due macchine ha raggiunto il furgone più arretrato con due vigilantes a bordo, ha mitragliato le ruote e l’ha preso a sportellate facendolo finire fuori strada; l’altra ha accelerato raggiungendo il primo mezzo con all’interno tre guardie e valori per oltre 3 milioni di euro.
L’hanno mitragliato, costretto a fermarsi nel tratto di autostrada oltre la zona industriale di Olmi. Lì hanno tentato l’assalto al bottino urlando frasi che alcuni residenti della zona hanno avvertito in italiano e (forse) in albanese.
«Abbassate la testa» hanno urlato più volte ai vigilates della Civis sparando in aria varie sventolate di mitra. Poi, dopo aver inutilmente cercato di forzare anche il soffitto del furgone blindato, sono fuggiti in auto contromano fino all’altezza della zona artigianale di via Risorgive a Olmi dove hanno sfondato la rete e sono usciti.
La fuga in furgone. Abbandonate le macchine sono saliti a bordo di un altro mezzo, forse un furgone bianco. E forse non solo di quello. Stessa cosa pare abbia fatto la parte del commando che si era occupata di bloccare e paralizzare la corsia diretta a Venezia la cui auto, ancora piena di chiodi, è stata rinvenuta a lato dell’autostrada ben oltre il punto in cui aveva mandato in panne un altro camion bloccando l’accesso di Treviso Nord.
Il caos in A27. Il commando in fuga, si è lasciato alle spalle un disastro fatto di centinaia di auto con le gomme a pezzi, incidenti causati dalle forature in corsa, malori, posti di blocco che scattavano a tutti i caselli della A27 e della A4 con decine di pattuglie di polizia, polstrada e carabinieri posizionate con mitra spianati nei principali snodi della viabilità mentre le sale operative visionavano filmati di telecamere ai caselli e snodi della viabilità.
Un furgone circondato a Meolo. Verso le otto di sera, all’altezza del casello dell’A4 di Meolo, i carabinieri e la polizia hanno circondato un furgone bianco trovato parcheggiato a lato del grande piazzale antistante l’ingresso dell’autostrada. Sul posto le fotoelettriche, la scientifica, decine di agenti armati e con i giubbotti antiproiettile che hanno passato in rassegna anche i campi della zona.
Indagini e emergenza in autostrada. Difficilissime le operazioni per raggiungere i vigilantes feriti (due veneziani) e i due furgoni portavalori. Difficilissimo transitare nella marea di chiodi che avevano già falciato il traffico lungo l’autostrada.
Le operazioni di recupero dei feriti sono durate un’ora, fino a notte fonda (fino alle due e un quarto) invece quelle per fornire assistenza alle macchine rimaste in panne. Agli automobilisti, gente di ogni età e provenienza, è stato necessario distribuire coperte e acqua nell’atmosfera drammatica di un’autostrada illuminata solo da fari, lampeggianti e torce.
La banda e il bottino. Metodi paramilitari, armamento da guerra, un’azione studiata a tavolino e al cronometro, pianificata nel tempo ma ancora segnata da un grande punto interrogativo. Civis in serata ha escluso che il colpo sia andato a segno per effetto del sistema autobloccante a schiuma dei furgoni portavalore.
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