Turismo: Cansiglio, il gioiello che tira anche d’estate. «Ma il salto di qualità si fa con più camere»

Flussi molto alti a giugno e luglio, piace il chiosco riaperto al S.Osvaldo. Ambientalisti, sos alla Regione per il S.Marco. Bottacin: resta in vendita

Francesco Dal Mas

Le stelle cadenti, ammirate dai 1565 metri del monte Pizzoc, sembrano più vicine. E nelle notti che hanno anticipato il ferragosto, centinaia di curiosi sono saliti col buio, hanno atteso anche ore, magari sognando. D’altra parte, perché i Carabinieri forestali, che amministrano le riserve integrali, hanno deciso di organizzare le escursioni notturne con numeri incoraggianti di adesioni?

É il fascino dell’antico bosco da remi, dove di notte ti puoi imbattere persino nel lupo, non solo nel povero cervo che cerca di sfuggire alla cattura. Anche in piena estate la foresta ha una capacità d’attrazione incredibile.

«Il giardino botanico», ammette Vittorio De Savorgnani, volontario dell’associazione Zanardo che supporta ‘Veneto Agricoltura’ – «non è mai stato così attrattivo». Sulla stessa linea Francesco Azzalini, segretario dell’Associazione dei Cimbri, che ha in custodia il museo dell’Uomo.

L’altro museo, quello naturalistico, intitolato a Giovanni Zanardo, si è appena ampliato con un allestimento dedicato al mondo carsico. E anche lì, non sono meno i visitatori.

Nei fine settimana di giugno e di luglio, l’assalto degli ‘scampati dal caldo’ è stato il più dirompente mai registrato nella storia del Cansiglio.

Ad agosto, invece, siamo sotto le 5 mila presenze. E molto gradita è stata la sorpresa del chiosco di Manfrenuzzi a pochi metri dal rifugio Sant’Osvaldo, chiuso da tre anni. Daniele Dal Mas, consigliere comunale a Fregona, anni di battaglie per assicurare la copertura telefonica, sospira « Speraimo anticipi l’affidamento del Sant’Osvaldo ad un privato, con ristrutturazione e riqualificazione».

«È’ già un segnale molto importante», riconoscono Michele Boato, dell’Ecoistituto, e Giancarlo Gazzola, di Mountain Wilderness , «che la Regione non voglia vendere l’immobile, ma trattenerlo nelle sue proprietà. Come è importante che non abbia ceduto la Capanna genziana, affidandola in gestione a Franco Della Libera».

Il timore degli ambientalisti è quello di una progressiva privatizzazione di particelle importanti dell’altopiano. Resta l’incognita dell’Hotel San Marco, chiuso fin dagli anni ’90. «Dopo i ripetuti tentativi di vendita andati a vuoto, la nostra speranza», insistono Gazzola e Boato, «è che la Regione si ravveda, lo ritiri dal mercato e lo dia in gestione a chi si impegna a ristrutturarlo e riqualificarlo».

L’assessore alla montagna Gianpaolo Bottacin precisa che il San Marco è l’unico immobile del Cansiglio che resta in alienazione. «Sarebbe stato già ceduto a privati, se con la struttura ormai fatiscente avessimo concesso anche il campo di Golf. Ma una decina di anni fa, la Commissione del Consiglio regionale che si era occupata del problema disse di no. Non c’è nessunissima intenzione della Regione di privatizzare anche un solo mq del Cansiglio, a parte il rudere di San Marco. Ma la Regione non ha fondi per costruire un albergo. Anche perché albergatrice non lo vuole proprio fare». «D’altra parte», afferma Dal Mas, «se i ristoranti, una dozzina, fanno sempre il pieno, purtroppo le camere si contano sulle dita di quattro mani. Non sono di più. Troppo poche, anche a voler promuovere un’attività congressistica, avendo a disposizione sia l’hangar che il centro di Vallorch». E a proposito di ricettività, si pone anche il problema di ampliare le aree di sosta dei camper. Quella attrezzata, messa a disposizione da Veneto Agricoltura, va costantemente in esaurimento. Francesco Dal Mas

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