Turismo in Veneto, la montagna in testa alle preferenze e ora la partita delle Olimpiadi 2026
L’assessore Caner: «Negli ultimi anni aumentati i flussi dall’estero. Ma anche tanti italiani scelgono le nostre Dolomiti per le ferie»
Il Veneto è una meta sempre più amata dai turisti. E l’Olimpiade di Cortina sarà un’occasione straordinaria per promuovere ancora di più la regione. Non è un caso, quindi, che a Palazzo Balbi negli ultimi anni si siano rimboccati le maniche per sponsorizzare l’evento: l’obiettivo è fare in modo che i visitatori poi si fermino sul nostro territorio e scoprano le tante altre località che ha da offrire.
«Noi contiamo molto sul turismo straniero», dice l’assessore regionale al Turismo, Federico Caner, commentando gli ultimi dati che nel 2024 hanno visto aumentare del 4 per cento gli arrivi dall’estero.
Verso le Olimpiadi
«Ma le Olimpiadi faranno promozione per tutti, anche per i turisti italiani. In questi ultimi anni ho visto crescere sempre di più il turismo internazionale per ragioni legate al potere d’acquisto, che per gli italiani è più basso», spiega. E ancora: «Cortina sicuramente saprà attrarre il turista straniero, che tende a spendere di più, ma penso che l’evento sarà positivo anche per il resto del territorio. Abbiamo tantissime località di montagna meravigliose e meno costose, credo che ne beneficeranno anche loro».
La riscoperta della montagna
La montagna è stata decisamente riscoperta negli ultimi anni. Sempre più persone scelgono le Dolomiti per le vacanze, e non solo per la settimana bianca.
«La montagna è cresciuta tanto, anche dal punto di vista dei flussi turistici dall’Italia. Dopo il Covid abbiamo riscoperto la voglia di stare all’aria aperta, nella natura. E poi c’è anche la questione del cambiamento climatico: tante persone stanno riscoprendo la montagna d’estate. Con l’aumento delle temperature nei mesi estivi in tanti scelgono le nostre Dolomiti per le ferie», dice Caner.
I dati
Se nel 2019 le Dolomiti avevano attratto 2,9 milioni di visitatori, nel 2024 questi sono stati 3,2 milioni. Insomma, siamo oltre i livelli pre-pandemici. In generale, tutta la montagna ha visto le presenze aumentare dai 3,9 milioni del 2019 ai 4,2 milioni del 2024. Una tendenza chiara, quindi, che vede le destinazioni montane sempre più popolari.
E le Olimpiadi invernali non faranno altro che spingere ancora di più questa propensione.
La promozione del territorio
E infatti la Regione ha lavorato molto per promuovere il brand Cortina 2026, tentando però allo stesso tempo di espanderlo.
«Abbiamo messo in piedi tante iniziative, utilizzando ad esempio anche i fondi europei. Ci siamo impegnati anche per la rigenerazione delle imprese, per mettere a posto gli alberghi - investendo anche sull’extralberghiero, quindi B&B e agriturismi, che ha avuto un vero e proprio boom - e anche per ampliare l’offerta turistica. Vogliamo fare in modo che questi turisti tornino sul nostro territorio», aggiunge l’assessore. Un’attività, quella della promozione, che non ha però un costo indifferente. Per questo le risorse europee sono fondamentali.
Gli investimenti
«Come Regione noi facciamo affidamento al bilancio, ma usiamo anche i fondi europei. Ci stiamo basando molto su questi», spiega Caner.
Anche perché la tassa di soggiorno - un’entrata importante, direttamente generata dalla presenza del turista sul territorio, e in crescita - finisce nelle casse di Comuni.
«Questa tassa non arriva alla Regione, rimane nei bilanci comunali. E non sempre viene messa a sistema per la promozione del turismo in Veneto. Gli enti locali la possono usare come meglio credono. C’è chi la reinveste per promuovere le proprie località turistiche, ma chi decide di impiegarla per fare tutt’altro. Per i Comuni è comunque un’entrata fondamentale, quello che noi, come Regione, chiediamo è di utilizzare almeno una parte per i servizi turistici o per la promozione del territorio. Ma poi è una decisione del singolo Comune», conclude Caner.
La tassa di soggiorno
Nel 2024 i Comuni veneti hanno incassato circa 104 milioni e mezzo di euro dalla tassa di soggiorno, contro i 96 milioni e mezzo del 2023. Cifre che sembrano essere destinate ad aumentare ulteriormente nel 2025, visto il trend degli arrivi nella Regione.
Non solo: alcune amministrazioni comunali - come hanno già fatto nell’anno appena concluso - potrebbero ritoccare i numeri a rialzo per far fronte ai rincari. Ma, al di là dell’ammontare, non è detto che questo gruzzoletto venga usato per spingere ulteriormente il settore. La Regione non può fare altro che sperare che almeno in parte sia così. —
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