Udc: vietare i videopoker nei locali pubblici

Progetto di legge regionale dei centristi: «Il gioco d’azzardo genera dipendenza e devianza sociale»

VENEZIA

L’Udc dichiara guerra ai video poker. Con una manovra a tenaglia, il partito ieri ha presentato due iniziative legislative - in Consiglio regionale e a Montecitorio - per abolire la presenza di apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici per i giochi d’azzardo in bar, tabaccherie, circoli ricreativi e, in genere, in tutti i pubblici esercizi. Del resto, quanto pericolosa e attuale sia questa dipendenza lo dimostra anche l’episodio di Altivole, in cui una donna di 51 anni ha sfregiato con dell’acido per scarichi domestici il marito “reo” di averle negato i soldi per far fronte al vizio.

Il progetto di legge regionale è stato presentato ieri a Padova dal consigliere Stefano Peraro che lo ha firmato assieme ai colleghi Stefano Valdegamberi e Raffaele Grazia con l’intenzione di appoggiare l’azione parlamentare del deputato Antonio De Poli rafforzando un’iniziativa che, a giudizio dell’Udc, è «indispensabile e urgente» per affrontare un grave problema di grande rilievo sociale: la dipendenza dal gioco d’azzardo che - come ha ricordato Peraro - in Italia muove ogni anno un giro d’affari di 77 miliardi di euro e, nella sola provincia di Padova, nel 2011, ha registrato una spesa pro capite di 870 euro. Per padre Danilo Selezze, della comunità San Francesco, a destare particolare preoccupazione sono due questioni: l’età media generalmente avanzata delle persone coinvolte e la stretta correlazione con la dipendenza dall’alcol. Un legame facilitato dal fatto che sia giochi d’azzardo che bevande alcoliche sono accessibili senza problemi nei medesimi esercizi. «Il che significa - osserva - che molti sono gli anziani che in questo modo vengono trascinati in situazioni di emarginazione che rendono ancora più gravi le loro situazioni di solitudine». «La correlazione tra alcol e gioco d’azzardo» spiega Graziano Bellio, direttore del dipartimento per le tossicodipendenze di Castelfranco, punto di riferimento a livello regionale «anche se non necessariamente concomitante, è stata riscontrata nel 60% dei casi. Tuttavia, il vizio può essere associato anche a episodi di violenza domestica». Inoltre, se a livello nazionale lo 0,8% della popolazione adulta ha problemi di gioco, il Veneto presenta tuttavia un livello di problematicità accentuato: «In questo è in compagnia di altre tre regioni del Sud, laddove le realtà più povere tendono a ricorrere di più al gioco» conclude «Complessivamente c’è stata una diffusione abnorme e capillare delle occasioni di gioco e anche lo Stato si sta dimostrando “dipendente” dagli introiti. Sarebbe auspicabile che si accontentasse, invece di volere sempre di più. Una riduzione delle occasioni sarebbe vantaggiosa a medio e lungo termine».

(s.z.)

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