Ultraleggero trancia cavo dell’alta tensione: 2 morti

VERONA. La nebbia e un cavo dell’alta tensione non visto sono tra le probabili cause dell’incidente di un ultraleggero a motore nel quale sono morti ieri in provincia di Verona due amici, l’imprenditore Adelino Turco, 56 anni, e l’odontoiatra Gianpaolo Vincenzi, 61 anni.
Entrambi erano esperti nel volo; Vincenzi, in particolare, aveva alle spalle vent’anni di pilotaggio di questi apparecchi. L’ultraleggero, un sofisticato “Promec”, modello Freccia, era di proprietà di Turco, che si trovava alla guida. Il velivolo era decollato da Isola Rizza, nella bassa veronese, nonostante in zona gravasse la nebbia. I due dovevano dirigersi inizialmente a Grosseto, per incontrare un amico. Ma questi li aveva contattati al telefono prima che partissero, consigliandoli di non raggiungere la Toscana perché lì il tempo non era buono. Turco e Vincenzi avevano così scelto di effettuare un volo a più corto raggio, rimanendo in zona.
Ma in fase d’atterraggio qualcosa è andato storto: il “Promec” ha toccato un cavo dell’alta tensione, su una linea di 20 mila volt, tranciandolo e finendo fuori controllo, precipitando infine su un capannone poco distante dalla pista. Il velivolo ha preso fuoco e per i due veronesi non c’è stato scampo. Sul posto sono subito accorsi i vigili del fuoco ed i carabinieri di Legnago, che hanno solo potuto recuperare i cadaveri carbonizzati.
Turco era un imprenditore di Castel d’Azzano, proprietario della Kloben-Turco Group di Bovolone, azienda specializzata in pannelli solari e apparati per il riscaldamento. Vincenzi, residente a Grezzana era un noto medico odontoiatra, con studio a Verona; era il vicepresidente della società che gestisce l’area “Casalino”. «Non erano degli sprovveduti» ha raccontato un amico dei due, Stefano Cazzani. «Per loro il volo era un modo per togliersi di dosso lo stress del lavoro». Addolorato per l’accaduto anche il presidente del campo di volo di Legnago, Fabio Crivellate. «Non avrebbero nemmeno dovuto partire con quella nebbia». L’area “Casalino” ha una sola pista lunga 500 metri e sfruttabile per 476 metri, con fondo in erba perfettamente preparato e va affrontata, sia in atterraggio che decollo, con avvicinamento da nord a sud. In genere viene utilizzata per volare sopra il corso dell’Adige, sul lago di Garda e sui monti Lessini.
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