Un altro prete girava i filmini porno

Le indagini su don Contin si allargano e coinvolgono sinora quattro sacerdoti. Le auto di lusso del parroco padovano
Di Cristina Genesin

Un altro prete regista e operatore cinematografico con la passione dei filmini a luci rosse girati insieme al “collega” don Andrea Contin: la novità spunta dall’inchiesta sulla vita all’eccesso dell’ex parroco di San Lazzaro, finito nel registro degli indagati per violenza privata e favoreggiamento della prostituzione. Sarebbe già stato identificato e andrebbe ad aggiungersi alla lista dei due preti coinvolti nell’inchiesta (appunto don Andrea e il parroco di Carbonara di Rovolon, don Roberto Cavazzana, ex cappellano a San Lazzaro del primo conosciuto all’epoca del seminario). Ma ci sarebbe un quarto sacerdote coinvolto in questa storia di sesso estremo e orge all’ombra della Chiesa. Una chiesa, quella padovana, ferita e tradita, al di là dei risvolti penali della vicenda. Nessun riferimento al prete-regista nella denuncia firmata dalla 49enne impiegata padovana che ha svelato la doppia vita di don Andrea: il sacerdote, appassionato di fotografia, sarebbe stato indicato da alcune parrocchiane dell’harem del’ex parroco di San Lazzaro interrogate dai carabinieri coordinati dal pm Piccione.

Auto potenti, bella vita e bugie. Intanto emergono altri dettagli sulla bella vita che amava don Andrea, appassionato di auto potenti. La Jaguard X-Type rosso bordeaux, che risultata intestata a un familiare, è stata comprata poco più di un anno fa: al volante del mezzo il prete si allontanava da Padova per andare a mangiare in qualche lussuoso ristorante (al Garda o nel Vicentino a Trissino) oppure a fare qualche gita sia in Italia che all’estero. E prima di quella fuoriserie? Don Andrea aveva avuto un’Alfa Romeo spider cabrio, ideale per non passare inosservato. Del resto, quando frequentava qualche posto lontano da occhi indiscreti, non perdeva l’occasione per presentarsi come avvocato o come medico legale a fianco dell’amante di turno. Tutte bugie. La 49enne ha confermato: «Mi disse che faceva parte dei servizi segreti».

Parrocchiane e gelosia. Intanto emergono altri dettagli della denuncia: intorno al don Andrea, un vero e proprio gineceo. Un harem dove si faceva a gara per essere le predilette e la gelosia era furiosa. «Nel novembre 2011 iniziai a sospettare che non fossi la prima perché fui fermata in chiesa da una sua precedente perpetua... che abita nel Vicentino. In quell’occasione mi disse che non ero la sola. Raccontai l’episodio a don Andrea ma egli si difese dicendo che, essendo gelosa e innamorata di lui, cercava di allontanare le parrocchiane». Nel 2011 la scoperta di un tradimento. Liti e botte. E la riconciliazione prima dell’ennesimo addio. «Considerato che avevo capito i continui tradimenti, nonostante fossi molto innamorata, decisi di troncare la relazione fino all’aprile 2012 quando mi invitò in Croazia nel ristorante di pesce “da Sergio”».

Altre storie. «Avevo comunque fondati sospetti sull’esistenza di un’altra relazione che aveva con tale...» si legge nella denuncia. Nel 2014 la gelosia diventa insopportabile: «Mi accorgo che nella canonica iniziano a gravitare ragazze giovani che si fermano all’interno anche per qualche ora, ma Andrea nega, dicendo di volere solo “vacche mature”». Inutile, c’è un’altra donna: «Una domenica in chiesa, avendo la certezza che una parrocchiana di nome... avesse una relazione con lui, mi avvicinai a lei durante la messa nominando la parola foto (ero certa ci fossero degli scatti fatti da lui). Lei, impaurita e balbettante, mi chiese di uscire pregandomi di non parlare perché il chiesa c’erano il compagno e il figlio».

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