Un designer vuol rilanciare la mitica fabbrica dei giocattoli Ingap

Antonio Leone ha rilevato il marchio della Ingap e ha varato una piattaforma per raccogliere fondi in favore del progetto. Un sogno per grandi e piccini
PADOVA.
 
Impossibile dimenticare Pinocchio sul triciclo che nel 2015 ha celebrato l'azienda Ingap con due francobolli (emessi per la serie Europa del 2015). Impossibile dimenticare i giocattoli di latta che narravano romantici sogni ai bambini. Impossibile dimenticare Ingap, l'Industria Nazionale Giocattoli Automatici Padova con sede e produzione alla Guizza fino agli anni Settanta. 
 
UN GIOVANE DESIGNER
E se rinascesse? Questo è un altro sogno, certo più arduo, che ha appassionato un giovane design, Antonio Leone e l'amico fotografo Eliano Imperato. Classe 1974, Antonio ha recuperato il marchio e dall'anno scorso sta provando a rimettere in piedi la produzione. Lo fa con un'idea creativa come Bart, ovvero un gioco modulare e versatile con una base in legno che si trasforma in tanti giochi diversi sollecitando un'idea dietro l'altra, dalle costruzioni ai puzzle, dai giochi didattici all'architettura.
 
«Qualche anno fa, mentre facevo delle ricerche, mi sono imbattuto nel marchio – racconta Antonio – Più ne sapevo, più ne volevo sapere, tanto che ho intervistato gli ex-dipendenti dell'azienda. Ho scoperto che si portavano i pezzi a casa per assemblare i giochi: una prima forma di smartworking. Sarà che di professione sono un design, ma ho avuto un'intuizione: questi giocattoli devono tornare a vivere. In un anno ho realizzato il mio primo prototipo ed ho dato vita ad una piattaforma crowdfunding per recuperare risorse». 
 
LA FIDUCIA DEGLI AMICI
Bart infatti è sviluppato su Kickstarter per raccogliere donazioni a piacere o pre-acquistando Bart e i suoi set. Al momento Antonio ha il marchio, la fiducia degli amici, l'entusiasmo del Circolo Al Ponte (che frequenta), dove ha trovato in archivio i volantini delle proteste di inizio anni Settanta. 
 
CHIUSA NEL 1974
«Ingap ha chiuso nel 1974 – spiega – Quelli successivi sono stati anni difficili per i dipendenti e le loro famiglie. Purtroppo l'azienda non ha cambiato in tempo la produzione dalla latta alla plastica: non sono riusciti a trasformarsi in tempo. Peccato, perché negli anni ruggenti occupava 600 dipendenti e si estendeva dal Bassanello alla Guizza».
 
UN GIOCO DI COSTRUZIONI
Adesso però inizia la sua sfida: «immagino – rivela – una famiglia che acquista la piastra Bart e, piano piano, può aggiungerci i vari set trasformando un gioco di costruzioni in una lavagna o in un set per colorare e così via fino all'infinito. Mi piace pensare di dare ai bambini degli strumenti per sviluppare più attività. Ho scelto di lavorare con il legno perché sono convinto i giochi debbano avere una responsabilità sociale. Ma serve il capitale. Speriamo che il maggior numero di persone acquistino il gioco sulla piattaforma per iniziare a costruire il progetto. Una cosa posso già dirla: vorrei l'azienda tornasse nella sua città, potrà creare occupazione e, magari, restituire splendore al marchio con un museo del giocattolo». 
 
TRENINI E AUTOMOBILINE
I trenini, le automobiline, le pentole e i servizi da tè, pezzi indimenticabili raccontati da Ivan Benzina e Silvia Zago in Giocattoli Ingap (Poligrafica Antenore) potranno tornare a vivere? «Questa rinascita, orgoglio di una città, significherebbe recuperare la memoria storica di una grande azienda italiana dimenticata – assicura Antonio Leone – proponendo giochi capaci di rispettare l'ambiente per l'intero ciclo di vita e far divertire grandi e piccini».
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