Un esercito di prostitute lungo le strade del sesso

Alle undici di sera la città si popola nuovamente. Non occorre fare le ore piccole per vedere l’altra città. Quella a luci rosse. Quella che viaggia a 50 euro a prestazione. Quella che fa impazzire gli amministratori e le forze dell’ordine. Non ci sono multe che tengano. Non ci sono leggi che riescano ad arginare il fenomeno. Alle undici di sera le strade del sesso cominciano a ripopolarsi. Ogni notte il rito si rinnova. Sempre uguale a se stesso.


Martedì notte. Il giro inizia dall’Arcella. Che l’ora sia giusta lo indicano anche i veicoli che si incontrano. Più ragazze ci sono in strada, più le auto rallentano. Alcuni automobilisti ce l’hanno scritto in fronte cosa stanno cercando. Fermi al semaforo guardano dritti che è un piacere. La quiete la si lascia alle spalle dopo via Aspetti. Via Guido Reni e via Pontevigodarzere sono da anni votate al sesso a pagamento. Vi si piazzano rumene e ragazze dell’Est in genere. Fa caldo in strada. Fuori dai kebab di Reni, immigrati in ciabatte e bermuda mangiano e chiacchierano, fumando sul marciapiede. Poco più in là sulle piazzole dei distributori alcune ragazze camminano avanti e indietro. Si fa fatica a descriverle come «poco vestite». Una indossa una minigonna rossa che più mini di così sparirebbe. Non è sola, lungo la via fino al ponte che porta a Vigodarzere si contano dieci ragazze. Tutte maggiorenni e poco più. Ma in strada non ci sono solo loro, i potenziali clienti e padovani a passeggio. C’è anche la polizia. Gli agenti due volte alla settimana escono in pattuglia per monitorare il fenomeno. Le ragazze vengono controllate. Se sono extracomunitarie vengono portate in questura e fotosegnalate. Se clandestine, poi, vengono espulse. Ma la maggior parte di loro sono rumene, dunque dal 2007 comunitarie. La polizia in questo caso ha pochi strumenti se non continuare a controllarle, o piazzare un’auto con i lampeggianti vicino a loro per scoraggiare i clienti e rovinare gli affari.

 

Poco dopo mezzanotte di mercoledì passa per via Reni un’auto della polizia municipale. I vigili urbani lunedì notte hanno applicato per la prima volta la nuova ordinanza che ha aumentato la sanzione per i clienti delle prostitute portandola da 50 a 500 euro. Un operaio di Villafranca è stato «pizzicato» in via da Montagnana. Il giorno successivo cercano il bis, ma non è facile. Le ragazze sono tutte munite di telefonino. Basta che passi un’auto con i colori d’istituto e in poco più di un minuto tutte le lucciole della città si avvertono fra loro. Un passa parola incredibile. Ma non del tutto efficace. Alle 23,45 un operaio rumeno trentenne è stato fermato in via da Zevio subito dopo aver contrattato la prestazione con una sua connazionale. Residente in città ha esibito i documenti e se n’è andato via con il bollettino del conto corrente da compilare. Venti minuti dopo un marocchino di 30 anni è stato multato in via Mortise. Aveva caricato una ragazza rumena in via del Plebiscito. La caccia ai clienti continuerà anche nei prossimi giorni.


E' quasi l’una di notte. Per gli agenti della questura il controllo delle prostitute è un superlavoro. Porta via tempo, e tra l’altro, distoglie forze dal controllo del territorio. I poliziotti fanno ciò che possono.

L’auto dei vigili urbani passa un’altra volta e incrocia in via Reni una pattuglia appiedata formata da carabinieri e militari dell’Esercito. Ci sono anche loro in questa calda notte per le vie a luci rosse della città. Ed è incredibile: ci sono polizia, vigili urbani, carabinieri, esercito. Eppure nulla riesce a mettere in crisi il mercato del sesso a pagamento. In via Avanzo, vicino alla «Casa Rossa» che ospitava gli uffici dell’Usl, ci sono cinque ragazze tutte in fila. Quando passano le auto che arrivano da via dal cavalcavia Grassi si buttano in mezzo alla strada, tirano fuori la lingua. Se qualcuno indugia un po’ troppo facendo capire di non essere un cliente, non esitano ad alzare il dito medio. A mezzanotte e mezza anche qui arriva la polizia. Le ragazze sono già avvisate. Non servono preavvisi. Quando l’auto della questura si ferma loro non ci sono già più. La questura le conosce tutte per nome. Sono rumene, comunitarie, tutte residenti a Padova. Impossibile trovare una soluzione. Le giovani si nascondo dietro agli alberi, fuggono via, per ricomparire dopo pochi minuti. Anche qui sono una decina. Via Avanzo e via Pontevigodarzere sono le strade con più prostitute. Dieci-dodici da una parte, altrettante dall’altra. Secondo una stima della polizia municipale gravitano su Padova un centinaio di prostitute. Non sono presenti tutte le sere. Si turnano, si alternano frequentando altre città. Ma per essere il 5 agosto, un mercoledì qualunque, la città a luci rosse un brulichio di giovani. Ce ne sono dappertutto. Via da Zevio, via Plebiscito, via Pontevigodarzere, via da Bassano, via Avanzo, corso Stati Uniti, via Tommaseo, via Sarpi, via Bronzetti. Ne hanno avvistate anche in via Chiesanuova, al Portello, in via Gattamelata e in via Goito. Ogni marciapiede è buono. Gli affari sono buoni, supermulte o non supermulte.


Le ragazze sono tutte giovanissime, schiave del sesso, ma non più costrette con la forza. Ci sono sistemi più subdoli per piegare la loro volontà: i soldi, per esempio. All’una e mezza inizia il conto alla rovescia. Chi non ha fatto affari finora ha poche speranze di raddrizzare la serata. Ma c’è ancora tempo prima che qualcuno chieda loro il conto.

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