Università, il ministero aumenta gli stipendi dei direttori generali

Al dirigente del Bo di Padova spetta l’incremento più considerevole in Veneto. In media si tratta di circa il 6 per cento. Un adeguamento minimo per i rettori, ma non per Ca’ Foscari di Venezia

Cecilia Vania
Il cortile antico del Bo a Padova
Il cortile antico del Bo a Padova

Dopo gli aumenti agli stipendi dei rettori che attendono di essere ufficializzati, arrivano quelli per i direttori generali. A stabilirlo è un decreto firmato dalla ministra dell’Università e della ricerca Anna Maria Bernini, che stabilisce un aggiornamento dei compensi per il quadriennio 2024-2027.

Ora si aspetta l’approvazione dal ministero dell’Economia: se così fosse, in Veneto si registrerebbe un incremento di oltre il 6%. Già lo scorso novembre, infatti, l’Università di Padova ha deciso di adeguare le indennità annue dei propri organi di vertice, in base a una normativa nazionale che impone a tutte le università statali di rivedere i compensi.

A stabilire la rideterminazione era stato un quadro normativo statale previsto in primis dalla legge di stabilità 2020 (L. n. 160/2019), seguita poi dal DPCM del 23 agosto 2022, n. 143 a sua volta seguito da una circolare della presidenza del Consiglio dei ministri del 29 dicembre 2022 e da una circolare del MUR del 31 luglio 2023.

Ca’ Foscari, dalla sua, non ha previsto aumenti di indennità alla rettrice, mentre lo Iuav aveva chiesto al ministero un adeguamento al minimo: ma su questo fronte è tutto fermo. Per il Bo di Padova, i limiti di legge prevedono un’indennità tra 150 e 180 mila euro annui lordi per la rettrice, dai 37.500 ai 45 mila per il prorettore vicario, dai 15 ai 18 mila per i membri del CdA, dai 18 mila ai 21.600 per il presidente del collegio dei revisori e dai 15 ai 18 mila per i revisori. Il CdA, però, sceglie i valori più bassi previsti, portando l’indennità della rettrice da 86 mila a 100 mila (su sua richiesta, 50 mila euro sotto il minimo di legge).

Il prorettore vicario passa da 32.536 a 37.500, il presidente del collegio dei revisori da 13.521 a 18 mila, i membri del collegio da 9.689 a 15 mila, eliminando la retribuzione per i revisori supplenti. Adesso, invece, il governo ha deciso di aumentare anche gli stipendi dei direttori generali per il periodo 2024-2027, registrando un incremento superiore al 6%, con un costo complessivo di 585.977,10. Tuttavia, considerando anche tasse e contributi, l’aumento di spesa per il sistema risulta più alto, arrivando a 810.875,11, poiché gli oneri fiscali e previdenziali incidono per il 38,38%. Dunque il budget destinato ai compensi dei direttori generali passerà da 9.720.583,60 a 10.306.560,70.

Gli stipendi non sono però uguali per tutti, ma vengono stabiliti in base a criteri specifici che li collocano in diverse fasce retributive. Tra questi, rientrano l’ammontare del fondo di finanziamento ordinario dell’anno precedente, il numero di dipendenti in servizio al 31 dicembre dell’anno precedente, il numero di studenti iscritti nei tempi previsti e la presenza di corsi di laurea magistrale a ciclo unico in medicina e chirurgia o di residenze universitarie gestite dall’ateneo. La decisione finale sull’importo spetta al CdA dell’università, che la stabilisce su proposta del rettore.

E, per quanto riguarda il Veneto, gli stipendi dei direttori generali hanno subito variazioni. A Ca’ Foscari di Venezia lo stipendio di Gabriele Rizzetto passa da 144.060,02 a 152.744,26, con un aumento lordo di 8.684, 24 euro. Allo Iuav di Venezia, invece, quello di Alberto Domenicali cresce da 111.720,05 a 118.454,77, con un incremento di 6.734,72. Per Federico Gallo dell’università di Verona l’importo sale da 155.820 a 165.213,16, con un aumento di 9.393, 16. Infine, al Bo per Alberto Scuttari, lo stipendio passa da 194.285 a 205.996, con un incremento di 11.711.

 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova