Valdegamberi il “russo”, il consigliere regionale pro Putin che imbarazza la Lega in Veneto

Il consigliere veneto continua con la sua linea: «Gli ucraini bombardano le loro scuole». Il capogruppo Villanova: «Non è la posizione del partito»
Enrico Ferro
Stefano Valdegamberi e Roberto Ciambetti osservatori internazionali alle elezioni in Russia del 2018
Stefano Valdegamberi e Roberto Ciambetti osservatori internazionali alle elezioni in Russia del 2018

Ormai è certificato, la Lega in Veneto ha un problema: si chiama Stefano Valdegamberi. Le fiammate filoputiniane sono diventate dottrina, per il consigliere regionale veronese che ha ricoperto il ruolo di assessore regionale durante il primo mandato della giunta Zaia.

Nonostante il cambio di rotta della segreteria federale del suo partito, prima filo-Russia e ora pro Ucraina, nonostante il Governo di cui la Lega fa parte abbia più volte ribadito quella che è la posizione ufficiale contro gli invasori (i russi) e a favore delle vittime (gli ucraini), Valdegamberi continua a diffondere, con crescente veemenza, la sua posizione complottista e negazionista.

Tanto che, in occasione della sua ultima sparata, il capogruppo della Lega in consiglio regionale Alberto Villanova si è sentito in dovere di specificare: «Quella di Valdegamberi non è la posizione del nostro gruppo. Da parte nostra c’è stata e c’è la ferma condanna dell’aggressione della Russia all’Ucraina».

«E da quando in qua io devo fare quello che dice Villanova?». Si scalda subito Valdegamberi, appena affronta la questione. Una questione, quella della guerra, che lo vedrà in prima linea sabato 4 febbraio, in piazza Bra a Verona, davanti all’Arena. Il consigliere regionale leghista sarà in buona compagnia per una manifestazione dal titolo “Il popolo non vuole la vostra guerra”.

Con lui ci sarà Eliseo Bertolasi (giornalista e reporter), uno degli “osservatori elettorali” del referendum-farsa di Putin nei territori ucraini conquistati dai russi. Bertolasi scrive per l’Antidiplomatico, rivista online critica verso l’imperialismo occidentale e anche per Sputnik Italia, testata controllata da Mosca. Con lui ci sarà anche Lorenzo Berti da Pistoia, ex Casapound, che nel 2021 aveva definito “il 25 aprile lutto nazionale” e “la giornata più squallida dell’anno”.

Ma non è finita, perché tra gli organizzatori c’è anche la giornalista Gloria Callarelli, candidata alle elezioni europee del 2019 con Forza Nuova, integralista cattolica tutta dio-patria-famiglia tradizionale. «Stop all’opera di persuasione di massa per convincerci a mandare armi, per portarci ad una deflagrazione mondiale mentre gli amici di Crosetto fanno affari d’oro», scrive il leghista.

Insomma, Stefano Valdegamberi, centrista di lungo corso convertito alla causa zaiana, del “putinismo” sembra davvero aver fatto una bandiera. Nel 2019 è stato a Mosca, su invito del presidente della Duma, per parlare di “Fake News e il loro impatto sulle politiche degli Stati”. Infatti ora schifa tutte le notizie riportate dai media main stream e invita a contattare un giornalista di fiducia. «Chiamatelo, l’ho mandato io a vedere cosa succede in Ucraina per davvero», dice con tono provocatorio Valdegamberi.

Il giornalista in questione è Claudio Beccalossi, veronese, direttore del quotidiano online “Il Giornale dei Veronesi” . Beccalossi, il 16 gennaio scorso, sul suo profilo Facebook: «Il livello insopportabilmente scellerato della propaganda pro Ucraina che, partendo dall’animale genocida anche di propri connazionali Zelensky, coinvolge la vergognosa fogna occidentale Usa, UE, Nato».

Che poi è l’architrave del Valdegamberi-pensiero, che infatti passa all’attacco con tutti i suoi mezzi social. «Se è vero - come ci dicono - che gli ucraini combattono per liberare il Donbass dall’occupazione russa perché allora buttano bombe sugli ospedali, sulle scuole e sui mercato degli ucraini del Donbass? Anche ieri bambini morti in una scuola di musica vicino a Donetsk», scrive il consigliere leghista.

Pensare che con lui, inizialmente, c’erano anche i compagni di partito Roberto Ciambetti e Luciano Sandonà, entrambi defilatisi quando la Lega ha capito di trovarsi dalla parte sbagliata della storia. Ma lui, Valdegamberi, stoico, continua. Forse il legame con la Duma va oltre la semplice ideologia.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova