Venerdì a Ca’ Onorai l’addio al sedicenne straziato dal treno

Travolto dal locale per Bassano vicino al passaggio a livello di Ca’ Onorai
Davide Bettanello
Davide Bettanello
CITTADELLA.
L’addio a Davide Bettanello viene celebrato domani alle 10, nella chiesa parrocchiale di Ca’ Onorai. Il sedicenne, martedì mattina, è stato straziato dal treno lungo la linea ferroviaria Cittadella-Bassano, a poca distanza da casa. L’atroce fine del liceale, studente dello scientifico Tito Lucrezio Caro, ha ammutolito l’intera comunità, che non riesce a dare un senso alla tragedia.


Mamma Chiara, papà Adriano e la sorella Valentina restano in silenzio. Con loro ci sono i parenti, le cugine: «Gli zii non hanno avuto ancora coraggio di toccare nulla, neppure il computer. Davide non ha lasciato biglietti, messaggi, nessun sms. Niente che spieghi quanto è accaduto. Non riusciamo a darci pace». Un ragazzo pieno di interessi, Davide, curioso. Adorava la montagna e il senso di libertà che gli trasmetteva. Amava immergersi nella natura, nel verde. Nell’epigrafe la famiglia ha fatto riportare una frase che Davide diceva spesso e lo rappresentava: «I fiori lasciateli nei prati».


Il liceale non aveva mai nascosto il sogno di ritornare in quei monti da cui proviene la famiglia. Un desiderio che aveva confidato anche a don Matteo Ragazzo, il parroco di Ca’ Onorai. «Adriano e Chiara hanno deciso che la tumulazione sarà fatta ad Arsiè, nel Bellunese, dove si trova la tomba di famiglia».


Ieri mattina Don Matteo ha incontrato i compagni di classe di Davide: «Sono disorientati. Li ho invitati al momento di preghiera serale in chiesa. Prepareranno un ricordo per il loro amico, che leggeranno sabato mattina».


Un ragazzo deciso, Davide, «con un suo punto di vista, che difendeva a spada tratta. Me lo ricordo anche in patronato a Cittadella; poi l’ho ritrovato qui, a Ca’ Onorai: ha ricevuto la Cresima da me».


«Aveva un sacco di interessi, è davvero assurda questa fine - continua il sacerdote - I parrocchiani vengono da me e si chiedono come è stato possibile. Davide ha troncato la sua esistenza in maniera netta, decisa, lasciando intendere che la sua vita non andasse più bene così, com’era». «Era intelligentissimo, leggeva di tutto, anche se aveva una predilezione per i fantasy - racconta una cugina - Viaggiava sempre in bicicletta, anche per andare a scuola. Era appassionato di musica; da piccolo aveva iniziato a suonare la chitarra. E spesso andava con gli amici ai concerti organizzati dalle piccole band locali». Il volontariato in parrocchia, durante il periodo estivo, come capo Grest, le passeggiate in montagna, lo slancio per la musica. Ma anche lo sport: «Era un tipo dinamico, Davide. Praticava le arti marziali già da diverso tempo, aveva vinto anche qualche medaglia». Ieri sera, centinaia di persone hanno affollato la chiesa di Ca’ Onorai per ricordare il sedicenne. In tanti, stretti, per tentare di dare un senso a quel che un senso non ha. L’unica certezza è che Davide, domani mattina, farò ritorno alle sue tanto amate montagne. Lì che troverà la pace, una pace che, in questa vita, un’oscura inquietudine gli ha precluso.

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