Veneto Banca, è iniziato il maxi processo: 500 ex soci si costituiscono parte civile

Il procedimento, avviato in tribunale a Treviso, vede l’ex amministratore delegato Vincenzo Consoli come unico imputato per cui i sostituti procuratori Massimo De Bortoli e Gabriella Cama si apprestano a chiedere il rinvio a giudizio per i reati di ostacolo alla vigilanza, falso in prospetto e aggiotaggio
TREVISO Il certificato medico del legale di Vincenzo Consoli, l’avvocato Ermenegildo Costabile a letto con il Covid, non ferma il procedimento penale del caso Veneto Banca. I
 
Il giudice Gianluigi Zulian, contrariamente alle previsioni, ha rigettato l’istanza di legittimo impedimento presentata dall’avvocato milanese alla vigilia della prima udienza preliminare e ha ufficialmente dato il via al “maxi-processo” sostituendolo con un legale trevigiano.
 
Il motivo? In parole semplici,  si trattava di un’udienza prettamente tecnica di mera attività materiale di accettazione delle costituzioni di parte civile nel procedimento contro l’ex numero uno di Veneto Banca. L’assenza dell’avvocato dell’imputato, sostituito da un collega trevigiano, non pregiudica, secondo il giudice, l’attività della difesa che avrà modo alla prossima udienza del 12 dicembre di sollevare eventuali eccezioni.
 
la carica dei 500
 
In tribunale a Treviso, ieri mattina, si sono presentati un centinaio di avvocati, in rappresentanza di circa 500 risparmiatori o ex soci dell’istituto di credito montebellunese. Ordinati, in fila per uno, osservando le misure del distanziamento, i legali sono arrivati di buon’ora e hanno iniziato alle 8.30 l’afflusso, attraverso una porta laterale del palazzo di giustizia. All’ingresso una guardia giurata ha misurato la temperatura di ogni singolo legale, mentre all’interno, un percorso predeterminato li ha portati dritti all’aula Assise, predisposta per l’udienza.
 
l’inizio del Maxi processo
 
C’era attesa sulla decisione di Zulian in merito alla richiesta di legittimo impedimento dell’avvocato milanese di Consoli, che quattro giorni fa ha scoperto di essere affetto da Covid. Ma il gup evidentemente aveva le idee chiare. È stato l’avvocato Jacopo Stefani, del foro di Treviso, a sostituire il collega Costabile e a presenziare, per conto della difesa Consoli, alla costituzione delle prime 500 (circa) parti civili. 
 
tribunale blindato
 
Nel frattempo all’esterno, il palazzo di giustizia di viale Verdi era presidiato da una decina di poliziotti mentre altrettanti carabinieri si trovavano in tribunale per la vigilanza interna. Problemi d’ordine pubblico, come prevedibile, considerati anche i tempi del Covid, non ce ne sono stati, anche perché fuori dal tribunale c’era soltanto uno sparuto gruppetto di quattro risparmiatori che hanno visto andare in fumo i propri risparmi.
quattro irriducibili
 
Tra i quattro irriducibili c’era la montebellunese Mara Fagan, che con i suoi familiari ha perso due milioni di euro e tre anni fa fu protagonista di un gesto eclatante nella filiale di piazza Dall'Armi a Montebelluna quando tentò di iniettarsi una dose di insulina. «Delusa dall’assenza degli ex soci? Certo ma dai veneti non mi sarei aspettata diversamente».
 
Accanto a lei c’è Mario Loja: «Sono un generale dell’esercito in pensione, ho perso 61mila euro e non mi costituisco parte civile. Perché? Confido nell’articolo 47 della Costituzione che prevede la tutela del risparmio. Personalmente non ho fiducia nella giustizia, basti pensare al caso Palamara. Un mio cugino s’è suicidato dopo che Veneto Banca non gli ha rinnovato le garanzie di una cambiale da 600mila euro». Storie tristi di clienti che credevano in un istituto di credito che ha bruciato i loro risparmi. Come Moreno Cervi, un artigiano di Cornuda, presente fuori dal tribunale in rappresentanza dei genitori che hanno perso 60mila euro. «Mia madre e mio padre sono stati barbaramente ingannati prima da Veneto Banca e poi da quei politici che hanno promesso rimborsi mai arrivati, solo per avere qualche voto in più». «I rimborsi li abbiamo richiesti», gli fa eco il pensionato Francesco Cagliari, pensionato di Pederobba che ha perso 44mila euro «ma non abbiamo ancora visto un centesimo indietro».
 
si torna in aula a dicembre
 
L’udienza di ieri è durata poco più di un’ora e mezza. Tanto è bastato al centinaio di legali presenti per depositare le richieste delle prime 500 costituzioni di parte civile.
 
Il giudice, alla fine, ha deciso di annullare l’udienza prevista per sabato prossimo, il 31 ottobre, e ha aggiornato il prosieguo del procedimento al 12 dicembre, una data che dovrebbe permettere al legale di Consoli di rimettersi dal Covid ed essere presente. In quella sede, si potrà discutere sulle prime 500 richieste d’ ammissione delle parti civili, depositate ieri, e dare seguito alle altre.
 
Ma alcuni legali hanno già preannunciato che depositeranno anche l’istanza di chiamata in giudizio di Veneto Banca e Intesa San Paolo per gli eventuali risarcimenti. Anche questo un nodo delicato sul quale sarà determinante la decisione del giudice.
 
Il procedimento, avviato ieri, vede l’ex amministratore delegato Vincenzo Consoli come unico imputato per cui i sostituti procuratori Massimo De Bortoli e Gabriella Cama si apprestano a chiedere il rinvio a giudizio per i reati di ostacolo alla vigilanza, falso in prospetto e aggiotaggio. Ciò che rimane del primo filone dell’inchiesta che nell’agosto del 2016 aveva portato all’arresto dell’ex amministratore delegato dell’istituto di credito montebellunese. 
Argomenti:veneto banca

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova