Pensioni anticipate, concorsi deserti e scarsa programmazione: in Veneto i medici di base sono in via di estinzione

In Italia mancano oltre 5.500 medici di famiglia, con il 52% già sovraccarico di pazienti. Entro il 2027, 7.300 andranno in pensione, ma sempre meno giovani scelgono questa carriera: nel 2024, il 15% delle borse di studio è rimasto scoperto

L'ambulatorio di un medico di famiglia
L'ambulatorio di un medico di famiglia

La carenza di medici di famiglia in Veneto si aggrava, con numeri allarmanti che superano la media nazionale. Secondo l’analisi della Fondazione Gimbe, il 68,7% dei medici di medicina generale della regione assiste più di 1.500 pazienti, ben oltre il limite stabilito, contro una media nazionale del 51,7%.

Alla data del 1° gennaio 2024, ogni medico di base in Veneto aveva in carico in media 1.546 pazienti, un dato sensibilmente superiore alla media nazionale di 1.374 assistiti. La carenza di personale è evidente: in base al rapporto ottimale di un medico ogni 1.200 assistiti, nella regione mancano all’appello 785 medici di famiglia.

I dati del ministero della Salute

Secondo i dati 2023 del Ministero della Salute, il 51,7% dei MMG ha più di 1.500 assistiti; il 30,7% tra 1.001 e 1.500 assistiti; il 10,5% da 501 a 1.000; il 5,6% tra 51 e 500 e l’1,5% meno di 51.

In particolare, il massimale di 1.500 assistiti è superato da oltre la metà dei MMG in 10 Regioni: Liguria (50,7%), Friuli Venezia Giulia (52,4%), Piemonte (54,1%), Marche (55,5%), Provincia autonoma di Trento (56,1%), Emilia-Romagna (57,6%), Campania (58,8%), Sardegna (60,6%), Valle d’Aosta (61,1%) e Provincia autonoma di Bolzano (65,1%).

 

La percentuale sale oltre i due terzi in Veneto (68,7%) e sfiora i tre quarti in Lombardia (74%).

«Questo livello di sovraccarico – commenta Cartabellotta – riduce il tempo da dedicare ai pazienti, compromettendo la qualità dell’assistenza. Inoltre influisce sulla distribuzione omogenea e capillare sul territorio dei MMG in rapporto alla densità abitativa e limita la possibilità per il cittadino di esercitare il diritto della libera scelta».

Un calo preoccupante e pochi nuovi ingressi

Tra il 2019 e il 2023, il numero dei medici di base in Veneto si è ridotto del 12,3%, una contrazione leggermente inferiore alla media nazionale del 12,7%. Tuttavia, il ricambio generazionale non è sufficiente: nel 2024, i candidati al concorso per il Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale sono stati 102 in meno rispetto alle borse di studio finanziate, con un calo del 41%, molto peggiore della media italiana del 15%.

«Questa tendenza – spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – è il risultato di una programmazione inadeguata, che non ha garantito il necessario ricambio generazionale. Oggi trovare un medico di famiglia è sempre più difficile, con disagi evidenti per i cittadini, soprattutto anziani e persone fragili».

Pensionamenti e nuovi medici

 Secondo i dati forniti dalla Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (FIMMG), tra il 2024 e il 2027 ben 7.345 MMG hanno raggiunto/raggiungeranno il limite di età per la pensione fissato a 70 anni, deroghe a parte.

Il numero di pensionamenti varia significativamente tra le Regioni: dagli 11 della Valle D’Aosta ai 1.000 della Campania.

Nel periodo 2014-2017, il numero annuale di borse di studio ministeriali per il Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale si è mantenuto intorno a 1.000, un numero largamente insufficiente a coprire il fabbisogno di nuovi MMG rispetto ai pensionamenti attesi.

Successivamente, il numero è aumentato sino a 4.362 nel 2021, grazie al sovrapporsi di due finanziamenti straordinari.

Secondo il Ministero della Salute e i dati forniti dalla Provincia Autonoma di Bolzano, nel 2024 i partecipanti al concorso nazionale sono stati inferiori ai posti disponibili: 2.240 candidati per 2.623 borse, con un gap di 383 posti (-15%).

La mancata presentazione di candidati è molto evidente in alcune Regioni: Marche (-68%), Molise (-67%), Provincia autonoma di Bolzano (-57%), Lombardia (-45%), Liguria (-42%), Veneto (-41%).

 «Questa spia rossa – commenta Cartabellotta – già accesa da anni in alcune Regioni, da un lato segnala il crescente disinteresse verso la professione di MMG, dall’altro evidenzia gravi criticità in varie Regioni, come Lombardia e Veneto, dove la carenza di MMG è già rilevante».

 

Ricambio generazionale al 2027

Se tutti i MMG andassero in pensione a 70 anni e tutte le borse di studio finanziate tra il 2021 e il 2024 fossero assegnate e completate, nel 2027 le nuove leve coprirebbero i pensionamenti attesi e le carenze rilevate nel 2023.

«In realtà – spiega Cartabellotta – questo scenario è poco realistico: sempre più medici si ritirano prima dei 70 anni e, soprattutto, sta aumentando il divario tra borse finanziate e iscritti che completano il ciclo formativo. Un gap legato da un lato alla mancata partecipazione al concorso, con il 15% delle borse non assegnate nel 2024, dall’altro agli abbandoni durante il percorso formativo, che coinvolgono almeno il 20% degli iscritti».

Soluzioni urgenti per evitare il collasso

La Fondazione Gimbe sottolinea la necessità di un intervento immediato per rendere più attrattiva la professione e garantire una copertura capillare del servizio sul territorio.

«L’attuale carenza di medici di famiglia – conclude Cartabellotta – rischia di peggiorare ulteriormente, soprattutto in una popolazione che invecchia e ha sempre più bisogno di cure continuative. Se non si interviene in tempi rapidi, milioni di persone potrebbero rimanere senza medico, con conseguenze gravissime per la salute pubblica».

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