Veneto, via libera alle sanatorie per sottotetti abitabili e “abusi edilizi minori”

VENEZIA. Si scrive “regolarizzazione delle opere edilizie eseguite in parziale difformità”, si legge mini condoni. Già proiettato al voto di primavera, il consiglio regionale del Veneto dà il via libera a due distinte sanatorie: investono gli abusi definiti «minori» dai legislatori e, c’è da scommetterci, suoneranno gradite a un ventaglio di proprietari-elettori discretamente ampio.
Barison e Calzavara A cominciare dalla legge che consente il recupero a fini abitativi dei sottotetti esistenti alla data del 6 aprile 2019: «Consentirà di realizzare la la stanza in più per esigenze di carattere familiare, valorizzando spazi altrimenti destinati solo a deposito e disbrigo», commenta Massimiliano Barison (Veneti Uniti), primo firmatario del provvedimento in approvazione oggi «beninteso, sarà consentito solo l’ampliamento dell’abitazione, non la costruzione di altre unità separate».
Le condizioni? Sono dettate dai parametri di illuminazione e altezza media (tra i 240 e i 220 cm, a seconda che si tratti di locali abitabili o accessori), inoltre i sottotetti dovranno essere adeguatamente isolati per favorire il contenimento dei consumi; a riguardo, un emendamento di Stefano Fracasso (Pd) prevede una deroga nei requisiti di spessore e superficie a beneficio di chi doti la casa di “cappotto termico” scalando così due classi nell’efficienza energetica. L’adesione comporterà il pagamento di una sanzione (modesta in verità) al municipio d’appartenenza, vincolato a reinvestire le risorse nell’arredo urbano o nell’incremento del patrimonio residenziale comunale.
Requisiti e sanzioni Copione analogo per la seconda disposizione riguardante le opere provviste di titolo edilizio o certificato abitativo ma eseguite in parziale difformità rispetto ai progetti approvati prima del 28 gennaio 1977.
«Potrà usufruirne chi ha aumentato fino a 1/5 il volume o la superficie dell’edificio e comunque in misura non superiore ai 90 metri cubi o ai 30 mq, rispettando la destinazione d’usi», precisa il relatore leghista Francesco Calzavara «altra condizione è che le modifiche apportate non siano sostanziali rispetto a localizzazione, struttura e aspetto originari dell’edificio e che non si rilevino violazioni delle normative in tema di distanze tra fabbricati, dai confini e dalle strade».
Le risorse ai Comuni Tant’è. Le irregolarità potranno essere sanate presentando al Comune una Scia (segnalazione certificata di inizio attività) accompagnata da un obolo articolato: 70 euro al mc per aumento di volumi; 210 al mq per l’incremento di superfici, 500 euro a vano in caso di diverso utilizzo, 750-1000 per le modifiche. In aula, sì compatto della maggioranza Lega-centrodestra mentre dem e 5 Stelle hanno scelto l’astensione. —
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