Venezia, B&B abusivi sugli yacht: tutti i nomi degli indagati

VENEZIA. La grande darsena Marina di Sant’Elena e 14 yacht agli ormeggi (molti battenti bandiera estera) sono stati sequestrati, ieri, dai carabinieri del Nucleo natanti di Venezia e dai finanzieri del Reparto operativo aeronavale, su disposizione del Tribunale, che ritiene il tutto un grande albergo galleggiante abusivo, che sversa in laguna una gran quantità di liquami senza alcuna autorizzazione (per di più) in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico. Venticinque le persone indagate.
Si chiamano boat&breakfast e si prenotano online come un qualsiasi hotel, attraverso le piattaforme più famose come Booking.com o Airbnb: grandi barche lunghe 20-30 metri stabilmente agli ormeggi e affittate ai turisti come fossero stanze d’albergo, con l’emozione di vivere sull’acqua. Abusivamente, secondo il pm Giorgio Gava che ha coordinato le indagini, ottenendo il sequestro preventivo dalla giudice per le indagini preliminari Francesca Zancan.
Quasi cento i posti letto nelle imbarcazioni sequestrate. Sotto accusa sono così finiti, oltre ai proprietari delle imbarcazioni, i titolari della darsena: Stefano e Alvise Costantini (residenti a Cavallino-Treporti) e il vicentino Gianfranco Adamanti, amministratori della Cantieri Celli Srl che oltre ad accogliere le imbarcazioni b&b ha direttamente preso in affitto gran parte delle yacht-hotel: «Attività ricettiva», scrive la gip Zancan, «svolta in assenza della necessaria preventiva autorizzazione (quale marina resort) risultando la darsena munita esclusivamente di autorizzazione per il mero ormeggio di barche: l’attività ricettiva non può essere fatta rientrare nell’autorizzazione all’ormeggio, avendo i clienti usufruito delle cabine all’interno delle imbarcazioni alla stregua di camere d’albergo».
In più, la Procura contesta ai titolari del cantiere alcuni abusi edilizi, in relazione all’aumento del numero dei bagni e delle docce a terra (12 wc e 6 docce risultati privi di autorizzazione) e alla mancanza «di un adeguato impianto di aspirazione munito di disoleatore, idoneo ad estrarre dalle imbarcazioni i reflui prodotti», previsto da una precisa prescrizione del Comune di Venezia.
«Dalle indagini», scrive la giudice Zancan, «è emerso che le unità da diporto per le quali è stato chiesto il sequestro sono tutte adibite ad attività ricettiva, effettivamente svolta, e dotate di cucina, camere (allestite come camere d’albergo) e servizi igienici per gli ospiti. In tutti i casi (con esclusione di Freedom, Akos, Cori, Pinta VI e Mandragola) le acque reflue sono scaricate direttamente in laguna o accumulate in casse (“bronze”) al momento dell’ispezione quasi tutte vuote, senza che sia stata fornita documentazione attestante il regolare smaltimento dei liquami».
In questo modo risparmiando anche sulle spese di trattamento dei rifiuti. La giudice ha disposto il sequestro dell’intero specchio acqueo della grande darsena, - le barche potranno uscire, ma nessuna imbarcazione potrà entrare.
TUTTI GLI INDAGATI
Venticinque gli indagati, tra proprietari dei 14 yacht-hotel sequestrati e i titolari della darsena. Ecco l’elenco. Stefano e Alvise Costantini (Cavallino) con Gianfranco Adamanti (Caldogno) titolari della Cantiere Celli Srl che gestisce la darsena Marina di Sant’Elena. Eros Scarpa (Favaro), della Finanziaria Arcobaleno proprietaria di Bert (30 metri, bandiera maltese), socio accomandatario della Jolly Terzero sas, con i soci Lorella Fabro (Mestre), Enrico Silvestri, Beatrice Scarpa (Favaro). Matteo Groppo (Mestre) con Freedom (30 metri); Fabrizio Trevisiol (San Donà) proprietario di Sofà II (13 metri); Barbara Zabeo (Chirignago), armatrice di “Cori” (11 metri). I moglianesi Camilla Cecchini ed Enrico Sicuro di Mec, armatrice di Paloroca II (12,20 metri di lunghezza) e con Marina Rossi anche della Licyan Princess (22 metri, Paesi Bassi). Lo jesolano Alessandro Berton di San Marco (goletta di 22 metri). Stefano Naidi (Mogliano) con Eolo 3 (13 metri, bandiera belga); il bellunese Eugenio Miozzo, della Npl armatrice di Acmar (18 metri); i bergamaschi Angelo Giuseppe e Federica Sporchia, Stella Anna Canistro e Vito Santoro, nel cda della Blue Cruise proprietaria di Absolut (21,80 metri); il barese Nicola D’amore, proprietario di Just Holydays (19,66 metri); lo svizzero-americano Christopher Mathieu Boudin De L’Arche proprietario dell’Odysseus (14 metri). Matteo Battan (Cadoneghe) per Caicco Freedom (23 metri); Alberto Tuchtian (Istrana) e Bruno Marsetti (Piove di Sacco) per Mandragola.
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