In una Venezia sold-out sfilano le maschere dei carnevali d’Italia
Massimo Checchetto, direttore artistico del Carnevale: «Quest’anno la città è stata invasa: mai vista così tanta gente sparpagliata in ogni angolo, gli eventi sono andati sold-out»

Un pellicciotto dalle scaglie di serpente rosa cipria, un mantello che sfiora il suolo e stivali alti in cuoio: fino all’ultimo istante, Massimo Checchetto, direttore artistico del Carnevale, si fa strada tra le calli veneziane nei panni di Marcello Mastroianni che nel film Il Mondo Nuovo (1982) interpreta il viaggiatore Giacomo Casanova.
«Impensabile non indossare questa maschera fino alla fine» dice Checchetto alla vigilia di martedì grasso, rimanendo fedele al suo ruolo di cacciatore di avventure.
E soddisfatto inizia a tracciare il bilancio del Carnevale 2025: «Quest’anno la città è stata invasa: mai vista così tanta gente sparpagliata in ogni angolo, gli eventi sono andati sold-out. Ho incontrato turisti anche nelle sconte più sperdute, quelle che io frequento per evitare il caos».
Per Checchetto, veterano del Carnevale, questa è la sua nona edizione, cinque da direttore e quattro da scenografo.
Oggi, lunedì grasso, piazza San Marco ha accolto la sfilata di 12 delegazioni dei Carnevali Italiani, dal gruppo sardo «Maschera ‘e Cuaddu» al molisano «Il diavolo di Tufara», quello trentino “Biagio delle Castellare» e il campano «Le Maschere di Castel Morrone».
La Calabria quest’anno ha scelto di portare i Połëcënellë Bielle, una delle quattro maschere tradizionali di Alessandria del Carretto, che simbolicamente rappresentano la primavera. Con i loro costumi, composti da camicia e pantaloni bianchi, decorati con scialli, fazzoletti di seta, fiori, nastri e piume.
Dalla Campania sono arrivate le Maschere di Castel Morrone, tra cui ha spiccato il “Mazziere”, indossando un abito nero elegante, una fascia, un garofano all’occhiello, guanti bianchi, una mazza decorata con corna fantastiche e un alto cilindro, ornato con piume, fiocchi e merletti. Ad affiancarlo Pulcinella, con il suo abito bianco, la maschera nera e la cintura decorata con aglio e corni.
In rappresentanza del Lazio una delle tradizioni più importanti del Cicolano, il Carnevale degli Zanni, giunto direttamente da Pescorocchiano. A capo degli Zanni ci sono stati quattro personaggi armati di spada: il Turco, il Guerriero e due Zannoni o Purginella.
Sono stati almeno trecento gli agenti della polizia locale schierati nell’arco della giornata in città e nelle zone più critiche del centro storico dove sono stati istituiti i sensi unici.
A partire dalla piazza (dove boom di presenze significa anche boom di borseggiatori), con doppi sensi o sensi unici (a seconda delle necessità) per evitare ingorghi e sovraffollamenti, ma anche nelle Mercerie, San Grisostomo, Ponte dell’Ovo e della Paglia.
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