Venezia, il tesoro ritrovato: i dipinti del Tiepolo sul soffitto di Palazzo Sandi

L'opera del pittore non ancora famoso nella sede veneziana dell'Ance è ora in fase di restauro: in autunno sarà visibile al pubblico
Il team dell’Istituto veneto dei beni culturali che sta restaurando il dipinto sul soffitto del palazzo Sandi Cipolla a Venezia
Il team dell’Istituto veneto dei beni culturali che sta restaurando il dipinto sul soffitto del palazzo Sandi Cipolla a Venezia

VENEZIA. Non era ancora una star, ma già a 28 anni Giambattista Tiepolo era considerato un astro nascente. Dopo Il sacrificio d’Abramo , dipinto per l’Ospedaletto in Barbaria de le Tole, l’occasione per dimostrare la sua geniale vena artistica arrivò nel 1724 con la realizzazione dell’affresco Il Trionfo dell’eloquenza , nel soffitto del piano nobile dell’attuale Palazzo Sandi Cipolla, ora sede dell’Ance.

Si tratta di uno dei primi lavori veneziani a soggetto pagano dell’artista che, in quell’occasione, ebbe l’onore di lavorare con Nicolò Bambini, già pittore affermato che all’epoca aveva 73 anni e dava prova della sua esperienza realizzando il fregio pittorico L’umanità primitiva sfoggiando una rara tecnica, detta marouflage.

Le opere sono commissionate dalla famiglia di celebri avvocati Sandi per celebrare l’ingresso ufficiale nella crema della società veneziana dell’epoca. Da qualche giorno gli esperti dell’Istituto Veneto per i Beni Culturali di Venezia hanno potuto ricominciare il restauro del Bambini, commissionato dall’Ance per una cifra tra i 50 e i 100 mila euro.

Il particolare del bambino dipinto dal Tiepolo che gli esperti ritengono possa essere il figlio del pittore
Il particolare del bambino dipinto dal Tiepolo che gli esperti ritengono possa essere il figlio del pittore

L’obiettivo è finire il primo ciclo per l’autunno e mostrarlo al pubblico. Successivamente il restauro dovrebbe proseguire anche per il Tiepolo: «Siamo l’unica associazione provinciale che continua a mantenere la sede a Venezia» ha spiegato il direttore Antonio Vespignani. «Nonostante il momento critico abbiamo voluto comunque incoraggiare il settore del restauro, collegato all’edilizia e alla cultura. Siamo sempre aperti ai cittadini, ma in autunno, alla fine dei lavori, vorremmo mostrarlo alla città”. Il gruppo è diretto dall’architetta Federica Restiani e dal restauratore JeanPierre Zocca, entrambi docenti dell’Ivbc, e formato da alcune delle restauratrici più meritevoli che si sono diplomate nella scuola: Anna Zulian di Marghera, Annalisa Nardin di Favaro Veneto e da Monica Rovera di Padova.

Attualmente per arrivare al soffitto bisogna salire su due scalette all’interno di una impalcatura costruita ad hoc e coperta da teloni. Quando si sbuca nel temporaneo laboratorio si rimane senza fiato dalla bellezza. Il fregio pittorico del Bambini, eseguito nel suo inconfondibile stile monocromo in bianco e nero, contrasta con i colori del Tiepolo. Siamo a pochi centimetri da Orfeo che guarda trasognato la sua Euridice, agghindata di particolati monili, ma anche da Bellerofonte, l’eroe che uccise la Chimera, il mostro dalle sembianze animalesche.

Al centro Mercurio, protettore dell’eloquenza, e Minerva, dea della saggezza e della guerra per giuste cause. Le due divinità sono circondate da Ercole che sottomette i briganti Cercopi e Anfione, governatore di Tebe che costruisce le mura da cui spunta un bambino, forse uno dei figli del Tiepolo. Il trionfo della ragione sull’animalità ricopre il soffitto, mentre il fregio del Bambini lo circonda, raffigurando fiere, unicorni, cavalli imbizzarriti e umani primitivi che lottano metaforicamente contro gli istinti. Infiltrazioni di acqua, vecchi restauri non andati a buon fine e altre complicazioni hanno danneggiato entrambe le opere.

Il bianco caratteristico del Bambini è ingiallito è spento. Il paziente lavoro dei restauratori è quello di riportare le figure alla brillantezza originaria. «Il marouflage è una tecnica poco diffusa a Venezia, a eccezione dell’impresa del Fiumani a San Pantalon» spiega Restiani. «Si tratta di una pittura murale a olio realizzata mediante l’applicazione di porzioni successive di tele incollate e inchiodate alla centinatura lignea del soffitto».

Una parte del dipinto già restaurata e che ha differenti colori
Una parte del dipinto già restaurata e che ha differenti colori

Il fascino dell’ambiente sta anche nella sua storia, cominciata quando l’avvocato Vettor Sandi di Feltre inizia ad aver una certa fama a Venezia tanto da doversi trasferire in città per aumentare il suo prestigio. La fa ma accresce grazie al figlio Tomaso, pure lui rampante avvocato che darà alla luce Vettor che seguirà le orme di padre e nonno. Con Vettor però la famiglia Sandi acquisisce un ruolo chiave. Il giovane avvocato sposerà infatti Elisabetta Donato, diventando finalmente un vero nobile. Per l’occasione il padre Tomaso decide di fare le cose in grande e omaggiare l’arte dell’eloquenza degli avvocati: chiama il più giovane artista promettente(Tiepolo) e quello più famoso del momento (Bambini) e commissiona loro l’attuale soffitto che, come si sperava all’epoca, è passato alla storia.

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