Spese elettorali, per le opposizioni ci sono le condizioni per la decadenza di Brugnaro

La richiesta: «Il Comitato di garanzia elettorale approfondisca l’informativa della Finanza. Resta indubbia l’impressionante sproporzione di risorse»

Francesco Furlan
Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro
Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro

I partiti di opposizione chiedono la decadenza del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. E lo fanno sulla base delle notizie emerse, nell’ambito dell’inchiesta Palude, relative ai costi per la campagna elettorale del 2020 che, stando agli approfondimenti della Guardia di Finanza, sarebbero stati di 900 mila euro e non i 251 mila dichiarati. Un filone di indagine che vede indagato Morris Ceron, capo di gabinetto e direttore generale di Ca’ Farsetti, in questo caso nei panni di presidente dell’associazione “Un’impresa comune” che ha finanziato la campagna per la rielezione a sindaco di Luigi Brugnaro nel 2020.

Il nodo delle indagini

“Dalle notizie di stampa emerse in data odierna con riferimento alle indagini della Guardia di Finanza, apprendiamo che per le elezioni comunali del 2020 il sindaco in carica avrebbe speso quasi il triplo del limite di spesa consentito dalla Legge (pari a 125.000 euro + 1 euro per ogni cittadino iscritto nelle liste elettorali, per un totale che nel caso di Venezia è pari a 330.000 euro circa)” recita il documento firmato dai capigruppo di opposizione in Consiglio comunale e cioè Gianfranco Bettin (Verde Progressista), Marco Gasparinetti (Terra e Acqua) Giuseppe Saccà (Partito Democratico), Cecilia Tonon (Venezia è Tua) e Sara Visman (Movimento 5 Stelle). “Ricordiamo che, oltre agli eventuali aspetti penali, la sanzione prevista in questi casi è la decadenza dalla carica, per il combinato disposto delle leggi 10 dicembre 1993 n. 515 (articolo 15 comma 7) e 6 luglio 2012 n. 96 (articolo 13 comma 6 lettera f). La “ratio legis” delle citate disposizioni è chiarissima”, prosegue il documento, “evitare che il risultato elettorale venga falsato dalla sproporzione dei mezzi economici utilizzati per acquisire consenso”.

La richiesta al Collegio di garanzia elettorale

Per questo motivo i partiti di opposizione chiedono “agli organi competenti e in particolare al Collegio di garanzia elettorale, di approfondire e accertare le implicazioni dell’informativa della Guardia di Finanza. Resta indubbia, in ogni caso, l’impressionante sproporzione di risorse (pressoché tutte del candidato Brugnaro o di società a lui riconducibili, come accertato) che rende impari ogni confronto e ancor più insopportabile il conflitto di interessi che imprigiona la città”.

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