Via i manifesti di Mussolini spiaggia fascista cancellata
Il prefetto Boffi ha inviato la Digos allo stabilimento di Punta Canna di Chioggia disposta l’immediata rimozione di ogni riferimento alla dittatura del Ventennio

CHIOGGIA. Tolto tutto. Via la mascella di Mussolini sui cartelloni all’ingresso dello stabilimento, le frasi inneggianti al Duce, le scritte che ricordavano in senso ironico le camere a gas naziste o i riferimenti all’epoca fascista preferendo la dittatura alla democrazia. La “spiaggia fascista” di Chioggia è meno nera. Ieri il prefetto Carlo Boffi ha fatto consegnare dagli agenti della Digos a Gianni Scarpa, gestore della spiaggia, l’ordine di togliere tutto. Ma già prima di ricevere l’ordine Scarpa aveva iniziato l’operazione pulizia, dopo la vista degli agenti della Digos e della Scientifica intervenuti domenica pomeriggio a fotografare quanto esaltava il regime fascista e il Duce quale modello da seguire.
Il prefetto Carlo Boffi ha applicato l’articolo 2 del Tulps, un regio decreto del 18 giugno del 1931. Come dire che una legge della dittatura che Scarpa porta a esempio di “ordine, pulizia, disciplina” è quella che lo ha obbligato a togliere i simboli del regime fascista. Spiega il prefetto: «L’ordinanza, con la quale è stato intimato al titolare della concessione balneare di Punta Canna, l’immediata rimozione di ogni riferimento al fascismo contenuto in cartelli, manifesti e scritte presenti all’interno dello stabilimento, nonché ordinato allo stesso di astenersi dall’ulteriore diffusione di messaggi contro la democrazia è motivata dal pericolo concreto ed attuale che continuare con questi comportamenti possa provocare reazioni anche violente di riprovazione e sdegno nell’opinione pubblica, con conseguenti possibili manifestazioni contrarie con seri problemi di ordine pubblico».
Naturalmente Gianni Scarpa può ricorrere contro questa ordinanza del Prefetto. La Prefettura, comunque, è stata attenta a non creare un danno all’attività. Infatti questa continua regolarmente, nulla è stato sequestrato e di conseguenza lo stabilimento è aperto.
Sarò depositata oggi dagli investigatori della Digos la cosiddetta notizia di reato in Procura a Venezia. Si tratta della relazione nella quale sono elencati i reati che secondo la polizia Scarpa avrebbe commesso nell’appendere cartelloni, nel fare scritte e nel leggere “proclami” attraverso altoparlante, che esaltavano al fascismo e alla dittatura. L’apologia del fascismo è un reato previsto dalla legge Scelba e da quella Mancino.
Nello stabilimento di Punta Canna, intanto, sono arrivati anche gli agenti della polizia municipale di Chioggia che hanno compiuto accertamenti sulle condizioni igienico sanitarie della struttura e hanno verificato, metro alla mano, se quanto è stato realizzato dal gestore rientra negli spazi dati in concessione dal Demanio. Va sottolineato che Gianni Scarpa non è il titolare della concessione ma solo il gestore dello stabilimento balneare.
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