Villanova (Lega): «FdI punta a presidente e assessori ma il Veneto è leghista»

Il capogruppo del Carroccio in consiglio regionale: «Questa terra è come dinamite, siamo pronti a farla esplodere. Sul tema della sicurezza il governo si sta dimostrando tiepido»

Laura Berlinghieri
Alberto Villanova con i militanti della Lega
Alberto Villanova con i militanti della Lega

La platea è quella amica dei leghisti riuniti a Codognè, per la cena del Cao de ano, vale a dire il Capodanno ai tempi della Serenissima. Ultimo giro di boa, stando al calendario “del Leon”, dell’era Zaia, destinata a tramontare alla fine della legislatura.

E ogni mese, con l’avvicinarsi di novembre e quindi dell’appuntamento elettorale, sembra essere quello buono, per le parti in causa, per comunicare l’esito di riunioni e contrattazioni febbrili.

E allora, sabato sera, davanti ai “suoi”, il capogruppo della Lega in Consiglio regionale – il sempre più combattivo Alberto Villanova – ha sferrato l’ennesima zampata contro gli alleati-avversari, i Fratelli (d’Italia)-coltelli.

Intanto, con una stoccata al governo, «finora un po’ timido» sul fronte della sicurezza: «Capisco che la premier sia impegnata – dice Villanova – ma bisogna pensare alla maggioranza silenziosa di questo Paese, che è stufa dei ladri e della violenza».

E poi parlando di elezioni regionali. Con il ritorno dell’orgoglio veneto, mostrato negli ultimi fine settimana ai gazebo allestiti nelle piazze del Veneto, dove il Carroccio ha raccolto 100 mila firme, per chiedere che il prossimo candidato presidente di centrodestra sia ancora un esponente della Lega.

«Vedo che qualche alleato sta già pensando di prendersi il presidente di Regione e la maggioranza in Giunta: gli assessorati a Sanità, Infrastruttura, Sviluppo economico» dice il capogruppo, «Stanno vendendo la pelle del leone prima di averlo preso. Ma il leone è vivo e vegeto e, se vuole, sa far male; noi, se vogliamo, sappiamo far male. Il prossimo candidato presidente della Regione Veneta deve essere della Liga Veneta, non ci sono alternative. E chi, a Roma, pensa di fare accordi relativi al Veneto, sappia che deve maneggiare con molta cura questa regione, che è come dinamite. E sappia che noi siamo pronti a farla esplodere, se serve».

È il messaggio da recapitare nella Capitale, dove la premier Meloni continua a dialogare con il suo vice Salvini. Ma sono incontri sigillati, conversazioni limitate al più ristretto gruppo di collaboratori, per non inasprire ulteriormente rapporti già tesi.

In ogni caso, ad aprile si terrà il Congresso federale per la riconferma di Matteo Salvini alla guida della segreteria della Lega. E l’occasione potrebbe essere finalmente quella propizia per annunciare il nome del candidato di centrodestra alla presidenza della Regione Veneto.

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