West Nile, nona vittima nel Padovano: è un uomo di 54 anni

Residente a Noale ma domiciliato a Massanzago, era ricoverato nella Rianimazione dell’ospedale di Camposampiero. E’ il settimo decesso nel territorio dell’Usl 6 Euganea

Elena Livieri
L'ospedale di Camposampiero
L'ospedale di Camposampiero

CAMPOSAMPIERO. Nono decesso in provincia di Padova causato dal virus West Nile: si tratta di un uomo di 54 anni di Noale in provincia di Venezia, domiciliato però a Massanzago. Da diversi giorni era ricoverato nella Terapia intensiva dell’ospedale di Camposampiero. I casi di positività al virus trasmesso dalle zanzare comuni continuano a salire anche se in maniera molto più limitata rispetto alle scorse settimane. Un rallentamento legato alle temperature che si stanno abbassando, specie di sera e di notte, le fasi in cui si muove la zanzara culex pipiens.

DECESSI E CONTAGI

La contabilità regala il triste primato europeo alla provincia di Padova, sia per numero di contagi che di decessi causati dal virus West Nile. Il report del Dipartimento Prevenzione dell’Usl 6 Euganea dell’8 settembre riportava 175 casi di positività registrati da metà luglio, di cui 82 degenerati in forme neuro invasive, con encefaliti che hanno costretto al ricovero i pazienti. Negli ospedali di Padova e provincia sono ancora una trentina le presenze, oltre la metà nei reparti di Terapia intensiva. Le forme neuro invasive dell’infezione causano problemi su vari fronti ed è necessario un approccio multispecialistico per le cure. Quella registrata ieri è la nona vittima del West Nile in provincia di Padova, un numero che non era mai stato raggiunto negli anni passati e che del resto deriva dall’esplosione di contagi pure senza precedenti. La vittima aveva 54 anni e soffriva di diverse patologie croniche.

I RISCHI

A trasmettere il virus West Nile è la zanzara comune, (non la tigre), che si infetta pungendo gli uccelli serbatoio del virus, come gazze, merli, tortore, corvi e cornacchie. Il virus non si trasmette da persona a persona e nemmeno da persona a zanzara in caso di puntura di un soggetto infetto. L’infezione degenera in forme neuro invasive nell’1% dei casi e tra queste, meno del 10% va incontro al decesso. La stragrande maggioranza di contagi non viene rilevata perché non procurano alcun sintomo, mentre per una parte di casi il virus causa solo febbre senza ulteriori conseguenze. Non esistono cure specifiche e nemmeno vaccini.

PROTEGGERSI

L’invito delle autorità è di proteggersi innanzitutto dalle punture di zanzara utilizzando i repellenti cutanei. È inoltre consigliato avere le zanzariere alle finestre: non a casa la quasi totalità delle persone contagiate ha dichiarato di non averne nella propria abitazione. Anche la cura dell’ambiente esterno è fondamentale per limitare la massimo il proliferare delle zanzare: è necessario eliminare i ristagni di acqua che costituiscono l’habitat ideale per la riproduzione degli insetti. Tutti i Comuni distribuiscono le pastiglie antilarvali da inserire in tombini e caditoie, mentre è stato attivato nei giorni scorsi il piano regionale che prevede disinfestazioni adulticide su tutto il territorio a partire dai Comuni più a rischio. —

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