Zaccaria: «Nessun dialogo con i violentiQuesto è un regalo alla Gelmini»

«Nessun dialogo con i violenti: sono azioni controproducenti per la protesta anti-Gelmini». E’ il prorettore Giuseppe Zaccaria a condannare, senza appello, l’azione degli studenti del collettivo Scienze politiche che ha portato all’annullamento del convegno sull’Università in trasformazione. E da palazzo del Bo arrivano parole pesanti che paragonano l’azione dei giovani No-Global alle «squallide imprese dello squadrismo fascista».


«Non c’è stata alcuna possibilità di dialogo - è il racconto del prorettore vicario Beppe Zaccaria, che stava introducendo il convegno al momento dell’irruzione. «Oltre a dispiacere per non aver avuto la possibilità di ascoltare i nostri autorevoli ospiti, è del tutto incomprensibile la mancanza di qualsiasi volontà di dialogo da parte di questi giovani. Soprattutto dopo le esplicite e ricorrenti prese di posizione di rettore e senato accademico contro la dissennata politica governativa». Come a dire: «Non basta il nostro pesante no alla riforma Gelmini, con il rettore Milanesi in prima fila tra quelli che contestano il ministro».


Insomma se questa è l’Onda allora il Bo si fa da parte: «Azioni come quella di ieri - prosegue il prorettore - finiscono per essere obiettivamente controproducenti. Non aiutano per nulla l’azione di chi vuole un positivo cambiamento nelle università». Nessuna possibilità di giustificazione, quindi. Per il Bo è stato impedito l’inizio e lo svolgimento dei lavori, negando ai relatori il diritto a tenere gli interventi previsti e quindi impendendo l’esercizio dell’elementare diritto di parola. E’ la definitiva rottura tra movimento studentesco e organi istituzionali dell’ateneo patavino? Difficile dirlo perché, come pensa il rettore Vincenzo Milanesi, la maggioranza degli studenti non condivide le modalità della protesta attuate dal collettivo guidato da Omid Firouzi.


E’ l’invito dell’ufficio comunicazione del Boo è quello di riprendere in mano il commento del Magnifico a un’analoga azione del gruppo di Scienze politiche, che pochi giorni fa aveva interrotto un convegno di Forza Italia: «Non ci può essere che una ferma, fermissima condanna da parte di tutti coloro che credono nei valori di fondo sui quali si basa la nostra convivenza civile. Che sono poi i valori che ispirano la nostra Costituzione repubblicana, nata dopo una terribile stagione di guerra e di dittatura».


Nessuno tocchi, il «sacro» principio dell’universa universis patavina libertas: «Non possiamo e non vogliamo lasciare attecchire - ha aggiunto il rettore - la malapianta dell’intolleranza in quel «tempio di fede civile» che è stata la nostra università, anche nei momenti più tragici della nostra storia recente. E’ questa la nostra convinzione e il nostro impegno».
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