Zaia: non vedo male il lavoro di Report. Sul fuorionda chiederò chiarimento a Flor

Flor e Zaia
Flor e Zaia

VENEZIA. «Report? Non l'ho ancora visto». Così il presidente del Veneto, Luca Zaia, sull'inchiesta della trasmissione legata a dubbi sull'uso dei tamponi rapidi e l'alto tasso mortalità Covid nella seconda ondata in veneto. «Penso - ha aggiunto - che ci siano responsabilità personali, sono tutte attività che non mi competono, quindi è giusto sentire gli interlocutori. Io non vedo male il lavoro di Report, mi sento colpito, ma questo dimostra che questa amministrazione è trasparente. Quella di Report è una teoria, qualcuno ne ha un'altra, ci confronteremo».

Riguardo infine al fuorionda del direttore regionale Luciano Flor su uno studio del professor Andrea Crisanti sui tamponi rapidi, che sarebbe stato nascosto, Zaia, ha aggiunto che «Flor lo incontrerà l'assessore». Poi, incalzato dai giornalisti, ha detto che comunque chiederà un chiarimento al direttore generale. 

A Report lo scontro tra Crisanti e Zaia sui tamponi rapidi e i veleni dello studio-fantasma

Sulla questione dei test rapidi che non sarebbero stati efficaci nel rilevare il virus - una delle accuse di Crisanti, riprese anche da Report - la dottoressa Antonia Ricci, direttrice dell'Istituto zooprofilattico delle Venezie, ha spiegato che sui 1.400 casi analizzati nello studio di Crisanti, solo 18 si sarebbero rivelati incongruenti (tampone rapido che dava negatività, tampone molecolare che dava positività). "Su questi 18 è stata fatta un'ulteriore scremature e siamo scesi a soli 8 casi verificati - ha aggiunto la scienziata - e in alcuni di questi si è effettivamente riscontrata la presenza di una variante del virus che il test rapido non aveva colto. Ma poi abbiamo visto che, a metà di dicembre, quella variante in Veneto era crollata e quindi non è stato dimostrato che ci sia una correlazione fra la sua mancata individuazione e l'esplosione dei casi durante la seconda ondata".

Per quanto riguarda invece la questione degli asintomatici, che secondo Report sarebbero stati tenuti "alti" per consentire al Veneto di restare in zona gialla, a rispondere è stata la dottoressa Francesca Russo, dirigente del Servizio prevenzione e salute della Regione Veneto: "I dati che abbiamo mandato al ministero erano quelli validati, non ci siamo mai limitati a inviare dati senza che fosse stata verificata l'effettiva presenza o meno di sintomi". 

 

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