“Zaia sei morto”, a Cesiomaggiore nel Bellunese, raffica di minacce sui muri contro il governatore

Una fantomatica Primula nera ha imbrattato Villa Corrà, la serranda dell’edicola e il muro che introduce al viale dell’asilo: la solidarietà del sindaco Zanella

CESIOMAGGIORE (Belluno). Di nuovo scritte sui muri, di nuovo Cesiomaggiore che si risveglia con minacce sparse qua e là nel centro del paese. Stavolta nel mirino dell’anonimo imbrattatore è finito addirittura Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. “Zaia sei morto”, “Zaia muerto”, “Carabinoros vi abbiamo fottuti”, “Zaia sei morto con i tuoi carabineros”. Frasi che tutti i cittadini di Cesio ieri hanno potuto loro malgrado leggere.

L’unica firma è “Primula nera” - richiamo ad alcuni movimenti di estrema destra del passato? - accompagnata da qualche scarabocchio a mo’ di autografo. Di sicuro fa un inquietante effetto che ciò sia avvenuto negli stessi luoghi ricoperti di scritte antisemite a fine febbraio 2018, dunque ormai tre anni fa. Allora si pensava alla mano di Erostrato, che proprio in quei mesi terrorizzava il paese (e non solo) con scritte, piccoli incendi, buste minatorie e addirittura le caramelle piene di spilli fatte recapitare nel cortile dell’asilo di Cergnai.

Stavolta le scritte sembrano inserite nel triste novero delle minacce piovute copiose nei confronti del presidente della Regione Veneto. La mano, però potrebbe essere la stessa, ma a stabilirlo dovranno essere le indagini.

A differenza del 2018, stavolta gli imbrattatori hanno ridotto il numero di luoghi in cui dar sfogo ai loro pensieri. Nel corso della nottata tra domenica e lunedì l’anonimo imbrattatore si è dedicato a scrivere sul muro di Villa Corrà, ossia l’edificio posto dinnanzi alla chiesa parrocchiale, poi lungo il muro che introduce al viale dell’asilo ed infine sulla serranda abbassata dell’edicola.

Dunque chiunque sia stato, è rimasto in piazza Antonio Ferrari. Nello scorso raid invece vennero colpite anche la stessa chiesa, l’esterno del Kaleido Bar davanti al municipio, l’altro ingresso dell’asilo e i cassonetti della raccolta differenziata.

Lunedì mattina i carabinieri della stazione di Santa Giustina hanno eseguito i rilievi del caso, seguiti a loro volta dalla Questura, però testimoni non sembrano proprio essercene.

D’altronde il raid è avvenuto in piena notte, quindi in pieno coprifuoco anti Covid. Già in quella zona del paese non c’è mai tanto movimento, figurarsi in una piena notte invernale con le limitazioni agli spostamenti.

«Manifestare così le proprie idee è vile», sottolinea con tono duro il sindaco Carlo Zanella, che a suo tempo fu uno dei principali bersagli di Erostato.

«Al pari di chi spedisce lettere anonime, persone del genere dimostrano solo di essere codardi e vigliacchi. Mancano di intelligenza e non hanno neppure la voglia di confrontare le opinioni diverse. Da parte mia e da parte dell’intera comunità di Cesiomaggiore rivolgiamo la nostra piena solidarietà al presidente Luca Zaia».

Strettamente di interesse locale è il tema riguardante l’installazione di telecamere di videosorveglianza nel centro di Cesiomaggiore. Una richiesta avviata dai cittadini ed esercenti già in pieno caos Erostrato e rimarcata dopo il blitz antisemita del 2018.

«Al di là dell’investimento iniziale», aggiunge il sindaco,«che in qualche modo si può sostenere, quando installi telecamere insorgono problemi di gestione. Penso ad esempio alla questione privacy, oppure a chi spetta l’autorizzazione di visione delle immagini. Però questo nuovo episodio ci costringe a riprendere in mano la questione». —

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