Il vescovo di Padova: «Mi sento legato a lui come fosse un padre»
Monsignor Claudio Cipolla è stato ordinato dal Pontefice nel 2015: questa sera, martedì 22 alle 20.30 una celebrazione in Duomo per ricordarlo

Ne parla come un figlio parlerebbe di un padre. «Verso papa Francesco, che mi ha chiamato all’episcopato, mi ha sempre legato un rapporto di figliolanza. Dalla sua figura, dalla sua forza mi sono sentito sostenuto in questi anni». Con queste parole don Claudio Cipolla, vescovo della diocesi di Padova, ha reagito ieri alla scomparsa del pontefice Jorge Mario Bergoglio. Nella città del Santo, la notizia della morte di Francesco ha scosso gli animi tanto del mondo religioso quanto di quello laico, nonostante le sue condizioni di salute negli ultimi tempi fossero precarie.
La morte avvenuta nel Lunedì dell’Angelo è stata annunciata dal suono a lutto delle campane delle chiese dell’intera diocesi. Un gesto voluto dal vescovo Claudio Cipolla, perché anche dai campanili di tutto il territorio si levasse a mezzogiorno un commiato per il Pontefice. Lo ha chiesto espressamente monsignor Cipolla, lui che nel 2015 è stato incaricato proprio da Papa Bergoglio per guidare la diocesi padovana, succedendo a monsignor Antonio Mattiazzo.
Un segreto pontificio che, sciolto all’epoca dal precedessore Mattiazzo, ha da allora reso Cipolla ancor più vicino al papa, come figlio a un padre. «L’intera diocesi di Padova si unisce alla preghiera per il Santo Padre Francesco che ha raggiunto il Signore Risorto proprio nei giorni in cui la Chiesa ne ricorda la Risurrezione», prosegue la nota diffusa dal vescovo Cipolla alla sua comunità.
«Dalla parte dei poveri»
L’umanità gentile – un’umanità tutta bergogliana – è la cifra del ricordo che del Papa traccia a caldo il vescovo Cipolla, rivolgendosi ai padovani, fedeli e non: «Scompare una figura molto significativa per il mondo interno e non solo per la Chiesa», dice franco, «La sua grandezza era proprio nella sua umanità concreta, genuina, fresca, quotidiana, trasparente e diretta, che ha reso palpabile la sua fede in Gesù Cristo e l’ha reso familiare e credibile».
Se un insegnamento su tutti può derivare dall’opera di evangelizzazione espressa dal suo papato, Cipolla ha scelto di citare la vicinanza agli ultimi. «Papa Francesco si è sempre speso dalla parte dei più poveri e vulnerabili», ha ricordato, «Ha espresso misericordia per i peccatori. È stato un vero esempio di umanità e di sequela di Gesù», ha sottolineato.
Ordinato vescovo dal Papa nel 2015
«La decisione del Papa ha confermato la sua sensibilità nello scegliere gli ultimi», scriveva monsignor Cipolla, ormai quasi sette anni fa, da nuovo vescovo della città del Santo, «Sono consapevole di non essere di una comunità così bella e importante (era parroco di Mantova, ndr). Accoglietemi come un figlio. Busso alla vostra porta da povero e non ho pretese. Starò attento a chi è più debole. Coraggio, alzati, ti chiamo: sarà questo il mio modo episcopale».
L’annuncio della nomina era circolato il 18 luglio 2015, quando per ragioni di età e per dedicarsi all’attività di missionario in Etiopia, il vescovo Antonio Mattiazzo si era dimesso dall’incarico dopo 26 anni. Per dare ufficialità all’indicazione, Cipolla aveva poi dovuto presentare le bolle di nomina del Papa.
La celebrazione stasera
«Con la Chiesa di Padova ci uniamo alla preghiera per lui», ha ribadito ieri il vescovo che, dopo aver invitato i parroci della diocesi a suonare le campane alle 12 in punto di ieri «in segno di comunione e di vicinanza», ha annunciato per questa sera, alle 20.30, una celebrazione per papa Francesco. Per l’occasione spalanca le porte il Duomo, la Basilica cattedrale di Santa Maria Assunta.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova